libretto. “Siamo partiti dalla carne, la portata forse più difficile, e abbiamo fatto diverse prove insieme agli sponsor” sottolinea il capo cuoco Maurizio Riva, insieme al direttore di Caffe Scala Salvatore Quartulli:“ Nessuna scelta è stata casuale, ma approfonditamente studiata per riportare anche nei vini l’atmosfera di questo Don Giovanni unico, affatto scontato”. E così il giallo oro particolarmente brillante di questo vino si confonde all’oro delle magnifiche sale del Giardino e il vago retrogusto di incenso ammicca all’atmosfera soffusa prodotta della sola luce delle candele che si riflette negli specchi. “Con la fagianella, citata anche in scena, si è deciso per il Rosso del Sebino Solesine 2007” continua Bonera, un vino ottenuto da uve selezionatissime, ricco di profumi e dal tipico color rosso rubino simbolo per eccellenza del teatro. Dulcis in fundo, il pavé di cioccolato fondente 63% di Gobino, un inno al piacere dei sensi perseguito fino alla fine da Don Giovanni, si accompagna al vino da dessert Fa Diesis, pensato da Bellavista in omaggio alla Scala e a Mozart, che amava in modo particolare questa tonalità musicale. Con il caffè Kimbo e la pralineria Gobino, immancabile l’ultima carezza del Distillato di Vino. L’azienda, che l’anno prossimo festeggerà insieme al suo fondatore e presidente Vittorio Moretti i trentacinque anni di lavoro e di passione, conta oggi 190 ettari di vigne, un decimo di tutto il territorio di Franciacorta. Per l’evento ha messo a disposizione 60 magnum di Gran Cuvèe, 60 di Sebino e 42 di Fa Diesis, senza contare le bottiglie di Vittorio Moretti 2004 servite in teatro per il tradizionale brindisi degli artisti. In vista del Natale ormai alle porte, quale modo migliore per brindare alla speranza di un futuro carico di “sostegno e gloria per l’umanità”? Di questi tempi, se ne sente un gran bisogno.
Alessandra Locatelli