Riprendono il 15 febbraio al Naba, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, i corsi monotematici della food designer Natascia Fenoglio.
Il corso di food design classico insegna la tecnica dello stampaggio ed in particolare la creazione di stampi in gomma siliconica alimentare che permette di realizzare sculture edibili, cibi altamente personalizzati e mock up alimentari. Si potrà imparare per esempio a costruire uno stampo a forma di asparago in cui colare una bavarese alla menta, creando così un’illusione; oppure alimenti modulari come mattoncini Lego commestibili e alimenti plastici destinati a pubblicità, film, spot e set fotografici.
Il corso di food event design è invece un laboratorio in cui si apprenderanno tutte le fasi necessarie per creare eventi privati, performance e allestimenti legati al cibo, considerando le nuove forme di consumo degli alimenti. L’insegnante mostrerà ai partecipanti la propria metodologia progettuale, dal food event fino alla performance in contesti museali.
I workshop al Naba, con cui Natasha Fenoglio collabora da sette anni, si rivolgono a chi desidera ampliare la propria conoscenza rispetto al mondo del design legato agli alimenti “ed a ristoratori e cuochi che vogliono capire come si può dare un valore aggiunto al modo di preparare e servire il cibo, imparando a progettare sia pietanze che packaging alimentari personalizzati” ci spiega la Fenoglio, che attraverso il proprio studio di progettazione CIBOH, da anni si occupa in Italia e all’estero di ricerca e sperimentazione legati alla potenzialità del cibo e degli alimenti, al loro potere aggregativo, alla loro duttilità come materiale e alle infinite soluzioni estetiche che possono evocare.
I partner dei corsi e dei progetti cambiano in funzione dell’idea da concretizzare: un copertone Pirelli per esempio è stato realizzato con l’azienda di liquirizia Amarelli, ma le collaborazioni toccano anche piccole realtà artigianali, come nel caso di LAVA PROJECT, elaborato con un piccolo laboratorio di pasticceria a Milano. “Con il ristorante cinese Mong Kok è stato invece realizzato MANTOU: il montou, tipico pane cinese cotto al vapore, bianco e consumato senza imbottitura, è stato ripensato con colori che rappresentano il dragone cinese, imbottito come si fa con un normale panino e poi timbrato utilizzando stampi a figure di animali e coloranti alimentari”.
Ci sono dunque concrete prospettive per il food design? “Oggi in molti si occupano di cucina, di design applicato al cibo, di catering creativi e food art. Credo che il food design avrà prospettive notevoli sul mercato se continuerà ad apportare novità.” Continua la Fenoglio: “Sono crescita in un ristorante, ho passato la mia infanzia seduta sulla lastra di marmo dove mio padre metteva a raffreddare la pasta e giocavo per ore con questo materiale schiacciandolo nelle mie mani. Crescendo, ho imparato che il pane e l’olio danno un’immediata idea su quella che è la cucina di un territorio, perché ne raccontano la storia.”
Ma i modi di raccontarla possono cambiare. Non ci resta dunque che fare a Natascia Fenoglio un grosso in bocca al lupo per la prossima sfida, condivisa questa volta con Stefano Maffei e Logotel: un progetto top secret con un alimento non alimento, la gomma da masticare.
Per info sui corsi:
http://www.naba.it/ e
www.ciboh.com
Alessandra Locatelli