I primi passi verso un progetto di sistema
È novembre del 2018 quando Diego Zecchini incontra lo chef Giacomo Sacchetto, classe 1985 e un avvincente percorso alle spalle. “Io farei rivivere questa vallata prima con un ristorante poi con un relais” (e non il contrario) avanza Sacchetto, intuendo che l’offerta enogastronomica possa funzionare per iniziare a comunicare un pezzo di territorio che, tra l’altro, non è tra i più raccontati del veronese. È qui che si fa strada anche una visione di cucina, che gli piace definire “contadina contemporanea”, intesa a far riscoprire la Valpantena.
Diego Zecchini ascolta il giovane chef e insieme tratteggiano i primi passi di un progetto di sistema, destinato a strutturarsi ad oltranza.
All’interno di una corte che conta il corpo centrale della villa, la casa del custode e la barchessa,
il punto di partenza viene individuato nella casa del custode (la prima struttura su cui si può agire), dove si installa una piccola cucina per cinque tavoli e vengono allestite altrettante camere, che diventano come di supporto al ristorante. Una sorta di foresteria per viandanti moderni secondo la vocazione di Romagnano che, nel Medioevo, rappresentava il principale accesso alla Lessinia e ospitava chi transitava da lì nelle proprie foresterie per rifocillarsi.
“La gente di Romagnano ci ha accolto molto bene nel proprio tessuto. - racconta Giacomo Sacchetto - Già durante i lavori chiedeva cosa ne sarebbe uscito, avendo di questa villa ricordi molto lontani nel tempo. Così, nella prima domenica di apertura della struttura, il 17 novembre 2019, tra l’altro coincidente con la festa di Sant’Andrea, patrono del borgo, abbiamo aperto le porte agli abitanti del luogo, con un buffet di benvenuto, per fargli scoprire cosa c’è qua dentro. Da quel preciso momento il mito del lusso e dell’irraggiungibilità, che di solito si accompagna a luoghi come questo, è caduto. La nostra prima clientela infatti è stata ed è quella di prossimità, in buona parte giovane”.