“Un sasso legato intorno alla pancia in modo che il peso dello stesso riempisse quel vuoto che suo figlio soffriva, ormai da troppi giorni, per la fame”.
Sono le drammatiche parole della testimonianza di una madre di Gaza, rilasciate a una collega del Corriere della Sera e da lei raccontate, con le lacrime agli occhi, durante la presentazione delle iniziative di Azione contro la Fame per il 2025.
Ci sia concesso iniziare così, con una nota dolorosa, questo articolo sulla nostra testata che, normalmente, tratta di cibo e di ristorazione, guardando sempre il lato bello e buono di ciò che rappresenta, perché oggi è di questo che stiamo scrivendo, di cibo che non c’è e che ha come conseguenza nient’altro che fame e morte.
Tuttavia è proprio il luogo e il momento giusto per descrivere un’iniziativa che da diversi anni vuole sensibilizzare addetti ai lavori e, naturalmente, i loro clienti, attraverso un semplice gesto che contribuisce a fornire un aiuto concreto a chi ne ha bisogno, in tutto il mondo.
Ristoranti contro la Fame, giunta all’edizione numero 11, è un’importante campagna solidale, nella quale sono i professionisti della ristorazione a farsi promotori di una raccolta che coinvolge tutti gli appassionati di cibo dal 16 ottobre, data simbolicamente scelta in quanto Giornata Mondiale dell’Alimentazione, fino al 31 dicembre di ogni anno.
L’ultima edizione della campagna si è conclusa con una raccolta totale superiore a 250.000 euro, ottenuta attraverso l’offerta di piatti solidali e cene di raccolta fondi.
Oltre 300 le realtà aderenti tra ristoranti, osterie, pizzerie e catene.
A queste ultime si deve una delle principali novità della precedente edizione che, per la prima volta, ha visto un equilibrio numerico tra catene e ristoranti indipendenti.
I fondi sono destinati a realtà di tutto il pianeta, anche del nostro Paese, perché, come emerso dall’ultima rilevazione Istat, l’8,4% della popolazione italiana vive sotto la soglia di povertà e, purtroppo, è un dato che aumenta di anno in anno. Dati assurdi se si pensa che, guardando l’altro lato della medaglia, il 30% di ciò che viene prodotto viene sprecato. In pratica nessuno dovrebbe soffrire la fame.
A noi, che scriviamo di cibo, il compito, dunque, di sensibilizzare i ristoratori, affinché sempre più numerosi partecipino a questa lodevole iniziativa e ringraziare chi è già coinvolto, sperando che non sia una goccia nel mare, ma un’onda che si propaghi senza fine contribuendo ad ambire all’obiettivo di poter dire un giorno “mai più fame”.
Per aderire https://www.ristoranticontrolafame.it/it