Il primo caso di spionaggio industriale della storia è avvenuto a causa del tè. Verso la fine del XVI secolo, la bevanda stava iniziando a prendere piede in Europa, attraverso una conquista culturale di cui si fecero promotori Olanda e Portogallo. Ben presto si diffuse anche in Gran Bretagna, grazie al matrimonio celebrato nel 1662 tra il Re Carlo II d’Inghilterra e Caterina di Braganza, sorella dell’allora sovrano portoghese. La donna portò nel regno il consumo di tè, che era ormai ampiamente diffuso nelle sue corti natali, facendo appassionare i suoi nuovi sudditi alle cerimonie di consumo della bevanda. Se inizialmente il tè era un prodotto fondamentalmente destinato alle élite, nell’800 il consumo si estese a tutta la popolazione, compresi gli operai.
Al tempo la totalità dell’approvvigionamento di tè del regno era basata sugli scambi commerciali con la Cina, che però accettava di scambiare il prodotto solamente con l’argento. Ma a causa della fortissima domanda le riserve dell’Inghilterra iniziarono a scarseggiare, così la Compagnia delle Indie Orientali, che al tempo deteneva il monopolio sul commercio asiatico del regno, decise di provare a importare le coltivazioni in India, per far diventare la corona autosufficiente nella produzione.