Una sensazione resta impressa a lungo seguendo i lavori dell’APCI,
Associazione Professionale Cuochi i Italiani, che si è svolta in questi giorni a Modena: l’umanità dei cuochi che vi aderiscono.
Chi mai avrebbe pensato di veder scendere lacrime di emozione all’ascolto della lettera con cui
Carlo Re, fondatore di APCI insieme al past-president
Luigi Ugolini e
Ugo D’Orso, annunciava le sue dimissioni da direttore generale dell’associazione? Oppure di ascoltare moltissimi cuochi che, nel loro intervento, mettevano sempre, davanti a tutto, il valore della collaborazione. O, ancora, sentire la voce di un bimbo, figlio di un cuoco, che chiedeva ai neoeletti componenti del consiglio nazionale di dire “lasagne” per strappar loro il sorriso mentre scattava la foto.
Anni luce dalle telecamere dello show, i cuochi hanno messo in primo piano i loro problemi, ma anche la loro voglia di non mollare. Le parole riecheggiate sono forse quelle abituali di un’assemblea: ascoltare la base, affrontare la crisi, fare formazione, dare spazio ai giovani, valorizzare l’iscrizione. Ma il contesto le rendeva più vere, più sincere. La percezione è stata che questa gente ci crede davvero nel proprio mestiere e nel valore dello stare insieme.
Un bene per
Roberto Carcangiu, il nuovo presidente eletto per acclamazione, su proposta del consiglio; stessa sorte, con una vera e propria standing ovation, per il nuovo direttore generale
Sonia Re.
Il compito che hanno davanti non è certamente dei più semplici, in un periodo in cui la crisi sta falcidiando i consumi, ma la nuova coppia dirigente saprà, ne siamo certi, dare valore ad una ristorazione rispettosa delle regole e della tecnica.
Luigi Franchi