Un menù in viaggio
Lavorare materie prime di altissimo livello richiede grande sensibilità, padronanza della tecnica e un pizzico di fantasia, ma non deve contaminare l’essenza del cibo, che deve emergere e affermare con forza il suo valore. Luca Tullio non ha un compito facile: quello di lasciare che una materia prima di pregio mantenga le sue peculiarità, anzi siano evidenziate dalla trasformazione.
Abruzzese, Luca ha studiato all’Istituto Alberghiero Villa Santa Maria, nella cittadina dove ogni anno si celebra la famosa “festa dei cuochi” e la sua regione gli è rimasta nel cuore. E allora tra i finger di benvenuto si può assaporare una deliziosa “pallottina cacio e ovo” abbinata al pesto trapanese per trasmettere la voglia di uscire dagli schemi e di abbracciare ogni territorio del nostro Bel Paese.
E poiché l’Italia intera è la meta del suo viaggio, ecco
- il vitello tonnato cotto a bassa temperatura con cappero fritto e ristretto di guancia di vitello
- la tartare di fassone con tartufo fresco e la sua maionese con riduzione di teriaki
- la capasanta con nero di seppia, crema di fave e bottarga.
Solo un’anticipazione di quello che può seguire, come per esempio:
- il risotto Acquerello con crema di peperone crusco arrosto (un’esplosione di sapore), con fonduta di scamorza affumicata e quel tocco in più dato dall’animella fritta
- i ravioli del plin con démi glace, fonduta di casera e grué di cacao
- o uno strepitoso raviolo di salmone fatto in casa con ventresca di ricciola cbt e zuppa di pesce.
È nei secondi che la padronanza della tecnica si rivela in pieno nella sua apparente semplicità:
- il filetto di maialino bardato al lardo cbt, con fondo bruno di peperone al caramello accompagnato da millefoglie di patate e maionese al lime è cotto alla perfezione e mantiene, insieme al gusto, morbidezza e masticabilità
- il rollé di halibut farcito con bisque di crostacei e millefoglie di patate con maionese al polpo rivela un equilibrio di sapori ben studiato e la giusta scioglievolezza.
“La carta, stagionale, - spiega Dennis – vuole essere un invito giocoso, per questo ci piace giocare coi nomi delle proposte e abbiamo suddiviso il menù in percorsi: la carne è debole, chi dorme non piglia pesci, e per i vegetariani vivo e vegeto. Un modo per introdurre alla convivialità di una cena che può comprendere la musica, organizziamo spesso serate a tema, o un festeggiamento speciale in occasione di ricorrenze pubbliche o private. Cerchiamo di dare a ogni piatto un titolo divertente, per invogliare alla leggerezza, e coinvolgere il cliente creando un’atmosfera piacevole”.
È questa l’evoluzione naturale della trattoria? Forse. Da Rosso di Sera si fa ancora la cassoeula, come dalla Mariangela, ma diventa la protagonista di una serata a tema annaffiata da champagne; si gioca e si gareggia in amicizia, ma con i vincitori di Masterchef. “Quest’anno festeggiamo i nostri vent’anni - afferma con orgoglio Dennis Bormolini - è un buon traguardo”.