Pullulano gli eventi legati al cibo e molti di questi non mancano di ritagliare spazi dedicati ai bambini. È spesso sulla famiglia che si intende fare breccia, c’è da convincerla a trascorrere un pomeriggio alternativo rispetto a quello di shopping o al parco e si fa in modo che ci sia qualche motivo di interesse o attrazione per tutti, compresi i più piccini.
Così si studiano iniziative per fargli vivere l’esperienza di mettere le mani in pasta, magari insieme a chef o pasticceri noti, che i bimbi già conoscono televisivamente, o meno noti. Ne consegue una lievitazione dei loro entusiasmi, che va ad alimentare ancora (non certo a partire da qui) il pensiero o l’idea di voler fare i cuochi, anzi gli chef, o i pasticceri da grandi.
Mi ha colpito recentemente osservare la presa di posizione di una bimba di 9 anni, bravissima a scuola, ribadire ferma alla sua mamma, dopo uno di questi laboratori “io voglio fare non la pasticciera ma la chef!”. Niente di nuovo, la madre diceva che in casa lo ripete spesso.
Ho provato a farle qualche domanda, chiedendole per esempio se era disposta a rinunciare a molto del suo tempo libero e quindi alle cose che le piacciono: quelle che si fanno al sabato e alla domenica perché c’è più tempo, ad esempio, e se a questo ci aveva mai pensato... lei è diventata più seria, mi ha guardato interrogativa senza rispondere.
Mi è venuto da pensare che forse è sbagliato che carichiamo questi piccoli in una fase in cui è bene che vivano semplicemente la loro età.
Il pensiero, inevitabilmente, corre ai tanti, troppi, ragazzi che oggi si ritrovano a scegliere la scuola di pancia, alle iscrizioni di massa agli istituti alberghieri, alle loro delusione per la non corrispondenza all’idea che si erano fatti, all’abbandono - a volte per sempre - del percorso di studi, ai danni, di cui, come adulti, siamo un po’ responsabili.
È anche vero che ci sono situazioni e situazioni, come quelle realtà associative o anche private che organizzano mini corsi, ben contestualizzati, con lezioni di bon ton, mise en place, il concetto dell’igiene magari accanto a piccole lezioni di cucina: cose che è bene che nascano e crescano con naturalezza insieme ai bambini, perché diventeranno parte integrante della loro educazione. Percorsi, questi, che hanno funzione didattica e non di giochi fine e a se stessi.
Stanotte è in arrivo Santa Lucia: cosa porterà a questi bambini?
Speriamo i loro giochi.
Simona Vitali