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Sapori, Saperi, Sipari a Identità Golose 2012

09/02/2012

Sapori, Saperi, Sipari a Identità Golose 2012
Calato il sipario sull'edizione milanese, quella originaria, di Identità Golose, cosa rimane?
Identità Milano è indubbiamente un evento di successo, risponde con efficacia ad esigenze convergenti: il cuoco che ambisce al palcoscenico, il cuoco che vuole aggiornarsi, il giornalista che fa scorta di tendenze, riuscendo anche a incontrare molti cuochi in poco tempo, le aziende che si circondano di potenziali clienti, i cuochi, e di numerosi divulgatori, i giornalisti, infine, i foodies, equamente ripartiti in appassionati e blogger che si sentono appagati da cotanto consesso.


La formula, dunque, sembra giusta e, dopo 8 edizioni, ha assunto dimensioni notevoli, aprendosi anche al pubblico con la manifestazione abbinata sul vino, il Milano Food&Wine Festival,  organizzata in collaborazione con Merano Wine Festival.
Quando nacque, Identità Golose, ispirata da analoghe iniziative europee, modellata efficacemente a misura italiana dal curatore Paolo Marchi, supportato da uno dei migliori cuochi nazionali, Carlo Cracco, soddisfaceva appieno la voglia di innovazione e di condivisione che tanti professionisti ricercavano; rispetto al passato, quando una ricetta veniva gelosamente custodita fino alla tomba, si capì che, per crescere tutti, fosse necessario fare sistema, raccontarsi l'un l'altro le proprie esperienze e conoscenze.
Il congresso mischiava con equilibrio i saperi di cuochi provenienti da tutto il mondo, metteva sul piatto sapori eccellenti, alzava, finalmente, il sipario e accendeva i riflettori sulla gastronomia, cercando di metter in risalto, soprattutto, quella italiana che non aveva nulla da invidiare alle altre, ma che si crogiolava nell'illusione di essere irraggiungibile. Non era così, la Francia manteneva la propria aurea di prima della classe a livello internazionale, la Spagna sembrava dettare le nuove regole della cucina, in particolare della metodologia, i paesi nordici esprimevano sempre le migliori individualità, l'Italia stava a guardare.
Sapori, Saperi, Sipari a Identità Golose 2012
Merito, dunque, di Identità Golose, aver riportato al centro l'Italia, senza la pretesa di metter in fila gli altri, ma di essere primi tra pari, di aver posto Milano al crocevia della gastronomia internazionale, perché se, infatti, altre manifestazioni mostrano i segni del tempo, Identità Milano appare forte e all'apice della sua corsa.
Anche le istituzioni se ne sono accorte e il Comune di Milano con il sindaco Pisapia e l'assessore D'Alfonso ha scelto di patrocinare il congresso.
Ora, però, rimane da chiedersi se il meccanismo sia oliato bene, se l'equilibrio dei diversi attori in gioco sia rispettato, perché è importante ricordarsi che il cuore di un evento quale Identità Golose è il confronto tra professionisti, quelli che salgono sul palco e quelli che, paganti, si siedono in sala, un valore tanto più forte se la rotazione tra gli uni e gli altri è alta, numericamente e qualitativamente. Insomma, è giusto aspettarsi che Bottura, Cracco e Adrià, citati solo a titolo di esempio, se in un'edizione non fossero compresi tra i relatori, abbiano voglia di venire al congresso e di entrarci pagando, perché affamati di informazioni.
Tutto il resto fa parte del gioco, ma come tale dev'essere fruito, altrimenti si rischia di cadere nella spettacolarizzazione, nell'idolatria dei personaggi, nella rincorsa di aziende e appassionati ad esserci, quando, invece, è importante che tutti, anche i partecipanti non professionisti, concorrano alla crescita del sistema con intelligenza e concretezza, limitando il tifo all'apprezzamento,  distinguendo commercio e cultura, alimentando e diffondendo, invece, con crescente passione, la conoscenza e l'educazione alimentare che passa attraverso il continuo scambio e confronto.
Così Identità non perderà la sua identità, rispettando lo spirito originale, seppure nella forma allargata ormai raggiunta, giocando il ruolo di arena dove è gradevole trascorrere un po' di tempo, incontrando colleghi e professionisti, lasciando da parte gli eccessi e le moine; in questo modo farà ancora da traino, aprendo e garantendo spazi ad altri operatori, ciascuno con la propria dimensione.

Aldo Palaoro
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