Nelle ultime settimane un paio di studi, apparentemente distanti nei temi trattati, hanno attirato l’attenzione di chi, come noi, scrive prevalentemente di cibo e ristorazione, stimolando una riflessione sui temi della sostenibilità, argomento sempre più presente nelle nostre pagine e, se vogliamo essere ancora più concreti, uno tra i punti più importanti del decalogo che i ristoranti aderenti alla rete Amodo, la rete dei ristoranti etici hanno sottoscritto fin dal primo incontro: affermando, convinti, che “la sostenibilità del ristorante è affrontata seriamente, senza il facile ricorso a pratiche di greenwashing”.
La prima ricerca, presentata da Stefania Trenti, Responsabile ufficio Industry della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, nel corso della terza edizione del Global Summit – La Sostenibilità: fattore di crescita delle aziende nel settore agroalimentare”, aveva come oggetto l’economia della sostenibilità. Il convegno si è tenuto a Milano, organizzato da Gambero Rosso e da Gambero Rosso Academy, in partnership con Intesa Sanpaolo, con l’obiettivo di sensibilizzare professionisti e operatori di settore sull’importanza della conversione green nel comparto agrifood.
Prima di entrare nel merito delle conclusioni, vale la pena sottolineare che, per un tema così importante, in sala saranno state presenti non più di 50 persone, di cui buona parte relatori o facenti parte delle squadre dei due partner organizzatori. Insomma, massima stima per chi, anche stavolta, si è impegnato per sensibilizzare sul tema della sostenibilità, ma bisogna riconoscere che l’argomento non sembra tirare ancora molto.
A ogni modo la sintesi dello studio è ben rappresentata da un’affermazione molto semplice: “la sostenibilità non è un costo, ma un investimento". I dati emersi dalla ricerca sono lampanti: le imprese agroalimentari che allocano risorse in autoproduzione di energia, nel recupero di efficienza nei processi, nella riduzione degli sprechi, nel dotarsi di certificazioni biologiche ecc… vedono aumentare progressivamente il proprio fatturato e migliorare la propria redditività, le altre stanno al palo, se non peggio, son destinate a soccombere rispetto alla concorrenza. Bene fa, dunque, una banca che aiuta gli agricoltori a convertire la propria azienda verso attività sostenibili.