Sono sei i primi pastry chef che ieri sono tornati alle proprie residenze professionali con la targa che recita: In questo ristorante la carta dei dessert è curata dal Maestro AMPI… seguono, per ogni attestato in nomi di
Giuseppe Amato de La Pergola-Rome Cavalieri a Roma,
Domenico Di Clemente de Il Palagio Four Seasons a Firenze,
Fabrizio Fiorani di Bulgari Il Ristorante a Tokyo,
Carmine Di Donna di Torre del Saracino a Vico Equense,
Andrea Tortora di St.Hubertus Rosa Alpina a San Cassiano,
Gabriele Vannucci di Contrada by Gordon Ramsay a Castel Monastero.
In un video di benvenuto
Chicco Cerea, del Ristorante Da Vittorio***, ha apprezzato questa scelta di AMPI che va nella direzione di “individuare una precisa collocazione e una forte collaborazione”.
Altrettanto puntuale e rigoroso è stato l’intervento di
Federico Quaranta, conduttore di
Decanter-Radio2, che ha invitato i giovani pastry chef “a seguire sempre le proprie idee, dimenticando il proprio ego”. Una strada che i pastry chef e, in generale, i pasticceri aderenti all’Accademia già percorrono e, partecipando al loro simposio, è palpabile la capacità di lavorare insieme, pur nelle reciproche identità, che contraddistingue questi professionisti.
Iginio Massari, nel suo intervento a Identità Golose, evidenziava come un pasticcere a 25 anni sia fatto e finito, nelle sue competenze tecniche (pur continuando ad apprendere e ricercare), mentre un cuoco a quell’età è all’inizio del percorso; questo lo si percepisce anche tra i pastry chef che, con le loro proposte al termine di un menu degustazione, rappresentano, nella maggior parte dei casi, una certezza di un piatto pensato, studiato e provato più e più volte prima di essere inserito in carta.
Poca improvvisazione, tanta creatività, molta conoscenza: si riassume così la buona artigianalità dei pastry chef maestri dell’Accademia.
Luigi Franchi