Una delle affermazioni che Diego Planeta, l’uomo che (dapprima come presidente dell’Istituto regionale della vite e del vino, adesso come presidente di Assovini) ha dato una parola d’ordine rivoluzionaria al vino siciliano “meno quantità, più qualità”, ha fatto in occasione di Sicilia en primeur mi ha ricordato il famoso principio di Pareto, detto anche legge 80/20, secondo cui la maggior parte degli effetti è dovuta ad un ristretto numero di cause.
Il presidente di Assovini Sicilia, l’organizzazione che rappresenta le migliori realtà vitivinicole aziendali siciliane, durante il talk show tra giornalisti e produttori che ha concluso l’ottava edizione di Sicilia en primeur, ha affermato che il 20% delle aziende siciliane (ovvero quelle aderenti ad Assovini) rappresentano l’80% dell’export vinicolo dell’isola.
A questa affermazione sorge, seguendo il principio di Pareto, spontanea una domanda, che è anche un auspicio: a quando potremo attribuire a questo 20% anche l’80% della produzione qualitativa dei vini siciliani? Non è una domanda polemica, ma la conclusione a cui si arriva, dopo quattro giorni intensi di confronto, conoscenza e degustazioni in cui le parole più sentite sono state: naturalità, freschezza, giovani.
Sicilia en primeur ha offerto uno spaccato dell’eccellenza vitivinicola siciliana: aziende che sono cresciute con il concetto ben definito dell’ospitalità, della sostenibilità ambientale, della naturalità delle produzioni, dell’internazionalizzazione del vino. Ma resta ancora un vastissimo territorio da far crescere e solo attraverso l’aggregazione si potrà parlare di successo. Di qui l’auspicio che questo 20% possa essere di esempio per tutti.
Oggi la Sicilia, come l’intero territorio italiano, vive una frammentazione eccessiva di denominazioni, etichette, aziende che rendono il fenomeno del vino italiano un modello difficilmente comprensibile, soprattutto sui mercati esteri dove l’Italia geografica è considerata un piccolo punto del pianeta, immaginiamo le regioni o le singole zone DOC.
La stessa affermazione di un giornalista americano intervenuto al talk show – “negli USA i vini locali sono vini italiani” – deve far riflettere sull’approccio e sulle parole della comunicazione. Ci hanno provato, in quel gioiello architettonico del teatro di Donnafugata a Ragusa Ibla, i produttori di Assovini Sicilia. Le loro parole sono state convincenti, come quelle pronunciate da Josè Rallo di Donnafugata: “I vini siciliani sanno di sole, terra, frutta, sono freschi e profumati, adatti all’alimentazione di oggi”.
I loro vini sono convincenti! Nelle giornate di degustazione è emersa la tendenza a proporre vini molto equilibrati, dove la freschezza torna finalmente a farla da padrona, rivolti ad un consumo quotidiano, abbinabili a cucine diversificate, regionali e internazionali.
Anche le riflessioni del professor Attilio Scienza, in apertura di Sicilia en primeur, sono state un invito a cambiare, a trovarsi al centro di quella rivoluzione delle bevande che, al pari di quella che alla fine del Seicento rese popolari il cacao, il caffè e il tè, vedrà la centralità del consumatore.
Non ci sono dubbi sul fatto che i produttori di Assovini Sicilia saranno tra i protagonisti di questo cambiamento. Il loro profilo si adatta perfettamente: giovani imprenditori, donne del vino, capaci di aggregarsi, attenti alla qualità, orientati ad una nuova comunicazione e ad un linguaggio internazionale.
“I grandi viaggiatori, nell’ultimo millennio, hanno descritto la Sicilia in molti modi ma con una costante: la diversità del carattere e dei luoghi. Questa diversità diventa la nostra forza nel proporre i nostri vini con una sola parola, conosciuta in tutto il mondo: Sicilia”, ha ribadito Diego Planeta, ancora una volta alla testa del cambiamento.
Il viaggio in terra siciliana l’ho fatto in compagnia del libro di Roberto Alajmo,
L‘arte di accannarsi Viaggio in Sicilia, che a proposito dei produttori di vino dell’isola scrive: “A questi imprenditori il merito di aver fatto tesoro dell’insegnamento di Omero: aprire le porte al mondo. Confrontarsi, correggersi, imparare dagli altri”.
Luigi Franchi
Per saperne di più:
www.assovinisicilia.it
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