Cerca

Premi INVIO per cercare o ESC per uscire

Siete mai stati da PizzAut?

26/03/2025

Siete mai stati da PizzAut?

PizzAut è un ristorante, prevalentemente una pizzeria, come si intuisce dall’insegna, ma, soprattutto, è un luogo di inclusione attivo. 

Fondata nel 2017, sulla spinta di Nico Acampora padre di un ragazzo autistico, è un esperimento sociale attivo, perché non è un centro pensato per accogliere persone con disabilità, ma è una vera e propria attività, con tutti i crismi, nata per offrire un percorso professionale solido e duraturo alle persone autistiche.

Il progetto è molto noto, grazie al coinvolgente entusiasmo del suo fondatore, nonché dei genitori “sognatori” che lo hanno affiancato e di molti amici che ne hanno promosso la comunicazione a tutti i livelli, Elio delle Storie Tese solo per fare un esempio, anch’egli genitore di figlio autistico, fino a coinvolgere il presidente della Repubblica Mattarella, cliente per un giorno a pranzo insieme a tutto il suo staff e a ricevere l’omaggio sentito di Papa Francesco.

Insomma, non c’è bisogno di raccontarlo, ma di conoscerlo provando l’esperienza in prima persona, andandoci, e noi lo abbiamo fatto.

 

I locali, al momento, sono due: uno a Cassina ‘de Pecchi e uno a Monza. Sottolineiamo “al momento”, perché, leggendo le intenzioni “bellicose” di quello che è un vero e proprio gruppo di genitori determinati, lo sviluppo in altre zone d’Italia, ma anche all’estero, è tra gli obiettivi dichiarati di PizzAut. Senza contare che alcune insegne della grande distribuzione hanno inserito la loro pizza in versione surgelata tra le proprie referenze.

 

Prenotare è semplice e, se come abbiamo fatto noi, si decide all’ultimo momento, in settimana è facile trovare posto. Inoltre, se si seguono le loro pagine social, è utile per sapere quando, magari per disdette dell’ultimo momento, si liberano posti anche nelle giornate e nelle fasce più frequentate.

Tutto ciò premesso, scelto lo slot di fine giornata, ci siamo recati a Cassina ‘de Pecchi.

Più lontano, ma pochi giorni prima oggetto di un furto per il quale il team di PizzAut non ha chiesto soldi, ma che si andasse a cena per dimostrare concreta solidarietà ai ragazzi.

La pizzeria si trova sulla strada Padana Superiore, uscendo da Milano attraverso via Palmanova in direzione Gorgonzola. Zona commerciale con parcheggio comodo e gratuito.

Siete mai stati da PizzAut?

Entrando si percepisce subito un’atmosfera di gioiosa organizzazione. Inutile puntualizzare che, a parte alcune presenze di contorno, soprattutto di genitori, tutti i dipendenti, cuochi, pasticceri e camerieri, sono affetti da sindrome dello spettro autistico, tutti uguali agli occhi di chi li guida e dei clienti, ciascuno con la sua unicità.

Il colore dell’ambiente è di un accogliente rosso vivo, il pay off dell’attività è “Nutriamo l’inclusione”, frase che, insieme ad altre, campeggia su tutto il materiale in uso e in vendita come merchandising, utile a sostenere l’Associazione che è una Onlus che si pone, principalmente, l’obiettivo di di sensibilizzare le Istituzioni e la società civile sul tema dell’occupabilità delle persone autistiche.

Non facciamo a tempo a sederci al tavolo, indicatoci da un cameriere, che uno dei genitori (quel giorno Acampora era a casa malato, come si sapeva da sue comunicazioni social) richiama l’attenzione della parte di sala dove ci troviamo per spiegare, soprattutto a chi è venuto per la prima volta, cos'è PizzAut.

Un breve excursus storico, ricordando i primi tempi, difficili, ma bellissimi, con anche lo stop dovuto al periodo Covid, che ha costretto a ricominciare da capo, perché non c’è nulla di peggio per un autistico che restare chiuso in casa per lungo tempo senza contatti con l’esterno.

Dicevamo, tempi duri, ma entusiasmanti, vissuti insieme ai loro figli, i quali, per capire le difficoltà che hanno superato, nei primi tempi, a fine servizio, venuto il momento di mangiare, si spargevano ai quattro lati del locale, ognuno per sé, ma oggi, invece, condividono il pasto tutti insieme, praticamente una festa tutte le sere.

Il racconto procede speditamente, per non interrompere il servizio che si svolge con un’efficienza sopra la media di molti locali abitualmente frequentati, coinvolgendo i ragazzi che capitano a tiro del genitore deputato alla presentazione, che, abbiamo immaginato, avvenga a ogni sessione oraria. I ragazzi, di volta in volta agguantati, descrivono se stessi, chi sono, da quando lavorano da PizzAut, indicando, con orgoglio, il giorno preciso di assunzione, il percorso seguito per arrivare al locale, prendendo, da soli, la metropolitana, specificando il numero di fermate e i minuti a piedi dalla stazione, descrivendo il tracciato nei minimi particolari.

Altri raccontano le competenze acquisite nel tempo e gli uffici del proprio ruolo, meticolosamente. 

Quella sera, per coincidenza, era presente anche la direttrice del Gruppo, a cena con i compagni di liceo, così ha aggiunto il suo contributo di entusiasmo, sottolineando l’importanza e la bellezza di lavorare in un contesto, in cui lei stessa ha confessato di aver imparato a muoversi con il giusto tatto, senza abbracciare continuamente i ragazzi come voleva fare, con affetto e trasporto, all'inizio della sua collaborazione.

Siete mai stati da PizzAut?

Il racconto si conclude con una puntualizzazione importante: l’obiettivo dichiarato dell’associazione che non è solo di offrire un posto di lavoro oggi, ma la certezza di un lavoro a lungo termine, per quando i genitori non ci saranno più e il rischio per ciascuno dei loro figli è di essere portati in una struttura protetta, chiudendosi al mondo, un disastro. Il “dopo di noi” è la preoccupazione più grave che ogni famiglia con figli disabili sa di dover affrontare con angoscia fin dal momento della loro nascita.

 

Il cameriere addetto al nostro tavolo, che ci stava osservando con una buona dose di apprensione da qualche minuto, non potendo esimersi dal momento della presentazione, essendo passato vicino a chi la stava svolgendo, riesce a staccarsi e precipitarsi al nostro cospetto per prendere l’ordinazione.

Il tutto si svolge con rapidità e professionalità e un senso della misura degno di un nobile signorotto.

Un accenno alla pizza, molto buona, alta, croccante al punto giusto e, al tempo stesso, friabile e digeribile, la gustiamo servita su di un tagliere che rende ancor più piacevole, anche alla vista, il momento della cena. Non passa un secondo che le posate si posino che l’addetto alla nostra parte della sala non si prodighi per sbarazzare e ripulire, chiedendo se volessimo dolce e/o caffè.

La serata si conclude, al momento di pagare il conto alla cassa, con l’acquisto, a parte, di alcuni oggetti, grembiule e altri gadget con le frasi più rappresentative del luogo e delle persone che lo vivono, come “Vietato calpestare i sogni”. Un altro modo per sostenere l’associazione.

 

Aggiungo, in conclusione, un particolare che, in realtà, avevamo notato con favore il giorno prima di andarvi a cena e che, a margine della presentazione, è stato ricordato, con giusto orgoglio. Il progetto, come avrete capito, si poggia su di una solida rete di persone, istituzioni e aziende che si spendono, con devozione e determinazione, in favore del suo sviluppo.

È il caso di Hilton che, non solo ha assunto a tempo indeterminato Chiara, una prima ragazza che ha svolto il suo periodo di apprendimento e lavoro, durato un anno, in quella che viene definita AutAcademy, ma ha donato 30.000 $ americani per l’allestimento di un foodtruck che darà lavoro ad altre 5 persone e sostenere le attività di AutAcademy. Il finanziamento, inoltre, sarà continuativo, grazie al panino “ClubAut”, versione speciale di club sandwich, ideato in collaborazione con PizzAut, che verrà servito in tutti gli Hilton coinvolti, riservando una quota di 5 € per ogni vendita al progetto. Il ClubAut sarà in vendita dal 2 aprile, Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo.

Si tratta di un primo passo che dimostra come, volendo, soprattutto il settore della ristorazione possa fornire una risposta concreta all’occupabilità delle persone disabili, nel caso specifico autistico. 

La cosa più sorprendente di questa bella notizia è però, il risvolto negativo che l’accompagna. La norma imporrebbe a tutte le aziende, a secondo della grandezza, l’assunzione obbligatoria di persone con disabilità, ma, più spesso, si preferisce pagare una sanzione.

Siete mai stati da PizzAut?
PizzAut è la risposta positiva a un problema di cui vediamo solo la punta dell’iceberg della sua reale grandezza. Il settore che raccontiamo ogni giorno su queste pagine, potrebbe e dovrebbe fare di più, stimolando un’azione che possa scalfire in modo più dirompente questo muro di indifferenza che pervade la società.
a cura di

Aldo Palaoro

Giornalista ed Esperto di Relazioni Pubbliche, da quando non si conosceva il significato di questo mestiere. Ha costruito la sua professionalità convinto che guardarsi in faccia sia la base di ogni rapporto. Organizza corsi di scrittura e critica gastronomica.
Condividi