Dal 2009 una normativa nazionale impone a tutti i vini di qualità la certificazione dal grappolo alla bottiglia. Un sistema di tracciabilità che, se pur giusto e tutelante per il consumatore, impone tuttavia ai produttori di vino costi non indifferenti e pratiche non sempre veloci. A semplificare invece la burocrazia, a ridurre i tempi e ad abbassare i costi di almeno di 2/3 rispetto la media nazionale, ci ha pensato Siquria.
Il 18 aprile a Verona questo “modello territoriale” promosso e studiato per le aziende venete verrà presentato per la prima volta e saranno spiegati gli elementi di unicità e i numeri di questa realtà che ogni anno certifica 9000 viticoltori e 1000 aziende tra trasformatori e imbottigliatori. Sarà quindi il caso di dire che Siquria è un “modello veneto” che porterà grandi vantaggi agli operatori della vitivinicoltura delle due province attualmente interessate: Verona e Vicenza.
Siquria garantirà, come dice il suo presidente Luca Sartori, “un contenimento dei costi oltre a uno snellimento burocratico tale da rendere i vini Valpolicella, Soave e Bardolino, più competitivi sul mercato”.
Alla presentazione dell’ente certificatore oltre al presidente e al direttore Guido Giacometti, ci saranno il sindaco di Verona Flavio Tosi, Pasqualino Cau ad di CSI Italia, Federica Festi di Mediarete e Paolo Guidi Comandante provinciale del Corpo Forestale della Stato.