Le fattorie intelligenti, multifunzionali, autosufficienti dal punto di vista energetico e a basso impatto ambientale, non sono solo una bella idea su carta, da presentare ai convegni internazionali come modelli d’impresa di un futuro che si fatica sempre di più a mettere a fuoco.
Sono una realtà e, per di più, una realtà italiana. La Confederazione Italiana Agricoltori lo sta ricordando in questi giorni al vertice mondiale Onu sullo Sviluppo Sostenibile.
Non solo: non si tratta di aziende vecchiotte alla ricerca di un modo per riciclarsi, ma di una piccola grande rivoluzione verde portata avanti con orgoglio e coraggio da tanti under 40, tutt’altro che bamboccioni e per nulla in fuga dalla città, ma promotori attivi e dinamici di aziende “ecofriendly” fondate sulla razionalizzazione dei consumi energetici e sul riciclo degli scarti agricoli.
“L’identikit è ben preciso” afferma la CIA. “Se da una parte rimangono agricole nel senso più tradizionale del termine, perché orientate al food, dall’altra sono aziende che si trasformano completamente in chiave multifunzionale. Pannelli solari e mini impianti eolici sui tetti dei capannoni garantiscono l’autosufficienza energetica di fabbricati e strutture aziendali; i biocarburanti mezzi meccanici sono alimentati a biocarburanti; le biomasse agricole inoltre, come i residui della potatura di vigne e alberi da frutto, o degli scarti dei cereali, sono tutte valorizzate energeticamente.”
Impiegano tecniche colturali a basso impatto ambientale, diminuendo con questa pratica l’uso di concimi e fitofarmaci, limitando i costi e l’impoverimento del suolo e riescono anche a risparmiare l’acqua perché usano l’impianto “a goccia ” invece di quello “a pioggia”. “E sono gli imprenditori junior a dimostrarsi i più attenti a cogliere le opportunità della green economy” sottolinea ancora la CIA, e continua: “ Il settore primario è già di per sé l’unico comparto produttivo a vantare un bilancio ambientale positivo, inoltre il contributo delle emissioni italiane di derivazione agricola è al di sotto della media europea. Ed è proprio da questi risultati che si vuole partire per affrontare al meglio la sfida dei cambiamenti climatici.”
Chissà che in futuro non assisteremo e parteciperemo ad un esodo virtuoso al contrario, dalle città alle campagne. Forse non sarebbe male.
Alessandra Locatelli