A dir poco preoccupanti sono i risultati dell’indagine condotta da Gfk Eurisko, per incarico del gruppo San Pellegrino, sui consumi di acqua nel nostro paese: stante il campione di intervistati, risulta che almeno due milioni di italiani sostituiscono regolarmente l’acqua con bevande di altro tipo, rischiando obesità e diabete.
Il campione selezionato, 800 persone, varia dai 18 ai 64 anni di età. Il 5% di questi, pur potendo contare su una variegata possibilità di approvvigionamento idrico, dalle bottiglie di minerale ai distributori comunali di acqua potabile, quando non la più classica acqua del rubinetto, si disseta con altre sostanze.
I risultati, presentati a Milano in occasione del “Consensus paper” sull’idratazione per il benessere dell’organismo, indicano che il 34% degli italiani beve esclusivamente acqua minerale, mentre il 13% preferisce l’acqua potabile del rubinetto. Il 48% non si fa problemi nel bere l’una o l’altra.
A far preferire l’acqua minerale sono tre ragioni principali: il potere dissetante (40%), il gusto (36%), la sicurezza (27%) a parità del potere diuretico. Un quarto degli intervistati ne riconosce i benefici per la digestione.
“L’acqua utilizzata come bevanda, oltre a svolgere una funzione dissetante senza alcun introito calorico – ha spiegato Umberto Solimene, direttore della Scuola di specializzazione in Idrologia medica e Medicina termale all’Università di Milano - favorisce i processi digestivi, è fonte di sali minerali e svolge un ruolo importante come diluente delle sostanze ingerite, inclusi i medicinali. Coloro che non bevono alcun tipo di acqua sopperiscono a questa cattiva abitudine alimentare assumendo bevande caloriche che, a medio e lungo termine, possono avere conseguenze negative sulla salute quali diabete ed obesità”.
Il tessuto con il minor contenuto d’acqua, nel corpo umano, è proprio quello adiposo: ne deriva che gli obesi sono costretti a bere molto di più delle persone normopeso, specie se conducono un regime di vita sedentario.