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Sulla tavola di Pasqua vince la tradizione

10/04/2012

Sulla tavola di Pasqua vince la tradizione
La crisi economica influisce sul potere d’acquisto degli italiani e obbliga chef e ristoratori ad adottare strategie per favorire la clientela.
E così a Pasqua, in casa o fuori casa, vince la tradizione perché trasmette sicurezza e sono i piatti della nonna, preparati con ingredienti naturali e con un occhio al risparmio, a farla da padrone nei ristoranti italiani. Il dato emerge da un’indagine effettuata da “Polli Cooking Lab”, l’Osservatorio sulle tendenze alimentari dell’omonima azienda toscana, condotto attraverso interviste a 110 illustri chef nazionali per approfondire quale sia stata la tendenza del 2012 a tavola.
Solo 9 chef su 100 hanno puntato sull’innovazione, sperimentando ricette da avanguardia culinaria, mentre 7 chef stellati su 10 hanno segnalato un menù ispirato alla cucina tradizionale (71%), con i suoi sapori antichi ma rassicuranti e con ingredienti semplici e senza tempo. Secondo gli esperti, i prodotti nazionali, rivisitati per l’occasione, trasmettono sicurezza (49%), danno l’idea di festa (41,5%) e, dato da non trascurare in un periodo di crisi come questo, hanno un ottimo rapporto qualità/prezzo (36%).
Secondo i cuochi nostrani, le proposte vincenti comprendono uova, agnello, carciofi e colomba (69%), pasta fatta in casa (43%), ragù di carne (39%) e contorni di verdure di stagione (45%), ma anche sottoli, funghi, pomodori, filetto.
Tra i vini l’amarone e il moscato battono il bordeaux e lo champagne, per accompagnare un pranzo tutto  italiano.

Rosanna Marziale, chef del ristorante “Le Colonne” di Caserta, per Pasqua ha puntato sulla minestra marinata. “È un classico del periodo pasquale. Viene preparata con 7 tipi di verdure diverse, all’interno contiene pezzettini di cotica, costina e piede di maiale. Lo realizziamo con un brodo di formaggio e non di pollo come si usa in provincia”.
Lo chef stellato ha proposto la Laticauda, detta anche “coda chiatta”. “È un tipo di pecora che si trova nel matese. La sua carne risulta essere meno grassa di un agnello normale perché tutto il grasso viene trattenuto nella cosa, che viene mozzata”. Per il dolce, Marziale ha pensato ad una rivisitazione della pastiera. “È fatta con il grano cotto, quello che si usa per la pastiera dolce, però ripieno di salumi e formaggi, come se fosse gratinato al forno. Lo inseriamo come assaggio, fa parte della tradizione locale ed è un piatto tipico della zona di Marcianise”.
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