Liberi professionisti, commercianti e artigiani sul piede di guerra contro Viale Mazzini dopo l’annuncio e l’invio a tutte le imprese private e non di un salatissimo canone – dai 200 ai 6000 euro secondo il tipo di azienda – a chiunque possieda un dispositivo collegato alla rete e chi possieda tablet, pc o smartphone.
Per farlo, ha deciso di applicare il regio decreto 246 del 21 febbraio 1938 che stabilisce il versamento della tassa per “chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni”.
Tantissime gli sfoghi e le proteste anche sulla rete, in particolare su Twitter dove è stata creata una campagna contro il canone «speciale» su pc e tablet e dove c’è chi così ha commentato: “Rai, pagami tu x vederti”.
Le associazioni di categoria – Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Casartigiani – fanno muro e consigliano alle aziende di attendere il responso del governo Monti al quale hanno chiesto un immediato intervento per verificare profili di illegittimità della pretesa tributaria della Rai su tecnologie multimediali.
Per il Dott. Gianluca Lolli di Ascom-Confcommercio di Bologna, “questa tassa inviata a tutte le imprese, senza un effettivo riscontro delle situazioni operative reali, risponde ad un’evidente esigenza di ‘far cassa’ e il mio consiglio è di sospendere il pagamento del canone, fino al termine ultimo di pagamento fissato per il 29 febbraio, in attesa delle risposte che abbiamo sollecitato attraverso Rete imprese Italia (la rete delle organizzazioni del commercio e dell'artigianato) al governo e al parlamento. Tra una settimana ci auguriamo di avere chiarito i termini di questa palese iniquità e di vedere escludere dal pagamento le imprese che utilizzano computer, telefoni cellulari e strumenti similari come strumenti di lavoro”.