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Taste Tourism, uno studio che rivela i flussi turistici generati dai ristoranti stellati

19/09/2024

Taste Tourism, uno studio che rivela i flussi turistici generati dai ristoranti stellati

La guida Michelin Italia ha compiuto settant’anni e li ha festeggiati, in attesa della nuova edizione che verrà presentata a Modena il 5 novembre, presso la Nuovola Lavazza a Torino.

Per l’occasione, oltre alla cena che ha visto il coinvolgimento di tutte le tre stelle Michelin italiane, sono stati presentati gli interessanti dati della ricerca Taste Tourism che analizza i flussi turistici generati dai ristoranti stellati in Italia.

La prima edizione di questa ricerca risale al 2016 e, da allora, l’indotto economico determinato dalle visite a questi ristoranti è passato dai 280 milioni di euro, nel 2016, ai 438 milioni di euro del 2023. La cifra non include la spesa sostenuta nel ristorante stesso, ma interessa i settori dell'hotellerie, del commercio e dei servizi.


L’altro dato interessante della ricerca deriva dal numero di persone che hanno varcato la porta dei ristoranti stellati: 2,4 milioni di ospiti, di cui il 40,7% dall’estero, provenienti da 43 paesi. Per il 2024, le previsioni indicano un risultato relativo all’indotto indiretto in aumento, pari a quasi 500 milioni di euro totali (498 MLN €). Infatti, il 74,6% della clientela estera ed il 39,5% di quella italiana trascorre almeno una notte nella destinazione o nelle immediate vicinanze, generando quindi benefici indiretti sui settori dell’ospitalità (circa 355 MLN €), del commercio (48 MLN €) e dei servizi locali (35 MLN €). 

Taste Tourism, uno studio che rivela i flussi turistici generati dai ristoranti stellati

Lo studio rileva che ogni ristorante 1 Stella MICHELIN genera benefici diretti sul territorio pari a 805 mila euro circa, che diventano 2,4 milioni di euro quando si tratta di un ristorante 2 Stelle MICHELIN, per poi esplodere quando prendiamo in esame i ristoranti che “meritano il viaggio”, ovvero quelli insigniti delle 3 Stelle MICHELIN, con un risultato che supera i 6,5 milioni di euro ciascuno.  

 

L’analisi realizzata da JFC identifica, inoltre, Usa, Francia e Germania come i paesi più rappresentati dalla clientela straniera mentre, dalla prospettiva dell’indotto legato ai soggiorni, quasi il 70% dei gestori di hotel di qualità (da 3 a 5 stelle lusso) localizzati nei pressi di un’insegna stellata Michelin, dichiara di avere clienti giunti in albergo proprio per recarsi in uno specifico ristorante. 

 

Le previsioni che indicano per il 2024 un indotto indiretto pari 498 MLN €, segnalano inoltre che la regione italiana a beneficiare maggiormente della presenza dei ristoranti stellati è la Lombardia, seguita a ruota dalla Campania. In terza posizione troviamo il Piemonte. 

 

Taste Tourism, uno studio che rivela i flussi turistici generati dai ristoranti stellati

I 70 anni di storia della guida Michelin Italia

La prima guida è datata 1956 e si intitola Dalle Alpi a Siena, ma dall’anno successivo viene coinvolta tutta l‘Italia.

Racconta di storie familiari, di ricette della tradizione in un paese che si sta risollevando dai disastri della seconda guerra mondiale e tra queste storie c’è anche quella di Arnaldo Degoli, che nasce a Rubiera il 28 ottobre del 1907 da genitori custodi di un podere di contadini. Insieme a Lina, Arnaldo apre il ristorante dandogli il proprio nome. Sarà una delle 81 stelle del 1959 e la più longeva. L’attuale Arnaldo Clinica Gastronomica brilla ancora oggi di una stella, dopo oltre 60 anni. Nel 1959 compaiono le prime stelle ma bisogna attendere il 1969 per avere i primi ristoranti con due stelle Michelin, quelli che valgono, secondo la definizione Michelin, una deviazione dall’itinerario. Ed è nel 1986 che arriva la prima terza stella nel nostro Paese: la ottiene Gualtiero Marchesi, “Una delle migliori tavole: vale il viaggio”!

Tra poche settimane conosceremo i risultati per il 2025!

 

a cura di

Luigi Franchi

La passione per la ristorazione è avvenuta facendo il fotografo nei primi anni ’90. Lì conobbe ed ebbe la stima di Gino Veronelli, Franco Colombani e Antonio Santini. Quella stima lo ha accompagnato nel percorso per diventare giornalista e direttore di sala&cucina, magazine di accoglienza e ristorazione.
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