E' possibile desiderare con impazienza il momento in cui si apriranno le porte del carcere, e si potrà cenare al suo interno serviti da detenuti e chef d’eccezione? Da pochi anni, questo “folle desiderio” è diventato un appuntamento imperdibile per i partecipanti alle “cene del carcere”, un ciclo di otto cene d’autore realizzate con l’ausilio di detenuti del carcere di Volterra, sommelier della “Fisar” e di chef d’alta cucina che ogni anno offrono la loro disponibilità per coordinare il lavoro dei detenuti chef per un giorno.
Le cene del carcere si svolgeranno con cadenza mensile, da novembre a giugno 2012, e vedranno la partecipazione di cuochi del calibro di Igles Corelli (che ha da poco aperto il nuovo ristorante “Atman” a Pescia), Daniele Pescatore, del “Cenacolo del Pescatore” di Firenze, Stefano Pinciaroli, del ristorante “Ps” di Cerreto Guidi, Debora Corsi, del ristorante “La Perla” di San Vincenzo, Andrea Mattei, del ristorante “Magnolia Hotel Lord Byron” di Forte dei Marmi, e Barbara Zattoni, del ristorante “Pane e vino”. Andrea Bianchini, della “Bottega del Cioccolato”, sarà presente in cucina assieme a Giuseppe Calabrese (giornalista di “Repubblica”) e Alessandro Frassica, della famosa gastronomia “’Ino” di Firenze, come supporto didattico agli chef - carcerati. Nelle cucine entrerà anche un noto protagonista televisivo, lo chef Sergio Maria Teutonico, ben noto al pubblico per la sua partecipazione alla fortunata serie "Chef per un giorno" in onda su La7.
L’iniziativa "cene del carcere", giunta alla sesta edizione, è realizzata grazie al contributo e alle forniture di generi alimentari di Unicoop Firenze, e vedrà il suo ricavato interamente devoluto alla campagna internazionale “Il Cuore che si scioglie” (
www.ilcuoresiscioglie.it). Il programma prevede un aperitivo, all’interno del cortile, seguito dalla cena nella cappella del carcere, dove gli ospiti saranno serviti da camerieri/detenuti e dai sommelier della “Fisar” di Volterra, che seleziona le otto aziende incaricate di fornire i prodotti per il menu. Un’esperienza che non è fine a sé stessa, ma che rientra nei programmi di riabilitazione dei carcerati e permette loro di trovare un’occupazione durante il periodo di reclusione, e di avviarli al reinserimento dopo la loro uscita.