Raccogliere in poche battute i pensieri e le azioni di Cesare Battisti è quasi un’impresa. Tanta è la mole di contenuti che lo chef meneghino -a capo del Ratanà, il ristorante nel cuore del quartiere Isola, aperto nel 2009- è capace di servire roventi in poche battute, che scegliere con che ordine affrontarli non è cosa semplice. Ma ci proviamo.
Partiamo da un’ambizione, che nel caso del Ratanà è già (dopo anni di lavoro investiti in questo senso) concretezza:
il ristorante come luogo democratico. Ovvero un posto accessibile, che non fa distinzioni d’abito, di occupazione o classe sociale. Uno spazio in cui non conta chi sei, ma solo cosa vuoi mangiare.
La presenza in sala, in simultanea, del Sindaco di Milano, di un noto imprenditore, di un ministro, e di un gruppo di operai con la divisa anche un po’ imbrattata è la più bella delle conferme per Cesare, che racconta dell’episodio rincalzando: “Alla democraticità, alla trasversalità nella clientela in un ristorante ci si può arrivare. Servono ore di investimento sulle persone, di dialogo con lo staff, e ore dedicate a consolidare il manifesto
“chiunque tu sia qui puoi entrare”. Un invito che ogni cliente dovrebbe poter idealmente leggere davanti alla porta di qualsiasi ristorante".