L’ultima indagine del “Centro internazionale di studi sull’economia turistica” (Ciset) è stata accolta con un prevedibile sollievo al forum europeo di Cagliari, sulle “Strade del Vino” e lo sviluppo economico locale. Il viaggiatore appassionato di “wine&food”, infatti, è un turista prezioso per ogni territorio che attraversa: il suo budget complessivo per la vacanza è sottoposto a una vera cura dimagrante, impiegato per il 31,5% nell’alloggio, il 20,8% nella ristorazione, il 16,8% nell’acquisto di vino, il 12,7% per i prodotti alimentari tipici, il 10% per oggetti d’artigianato locale. Totale? 193 euro al giorno, rispetto a una media nazionale di 90 euro.
La voce più importante, l’alloggio, rispecchia la crescita uniforme di hotel a 5 stelle in tutte le 550 città del Vino: nel corso del 2009 sono infatti aumentati del 5,9% il numero degli esercizi, e del 6,8% i posti letto, a fronte di una contrazione delle categorie più economiche (-5% quelli gli hotel a una stella, -0,95% quelli a due stelle). L’incremento maggiore, tuttavia, riguarda i bed&breakfast, cresciuti in un anno di quasi il 10%.
Le regioni preferite dai viaggiatori sono ancora una volta l’Emilia Romagna, la Toscana, il Lazio e il Veneto, dove sono concentrati il 70% dei posti letto disponibili delle Città del Vino. Dato rilevante, se si considera che solo il 27% dei comuni associati è presente in queste regioni.
Il turismo enogastronomico smuove ancora un giro d’affari stimato fra i 3 e i 5 miliardi di euro, grazie ai 4-5 milioni di amanti del “wine&food” che ogni anni visitano il Belpaese. La loro ricerca, negli ultimi tempi, si è orientata specialmente verso quelle località meno conosciute, ma capaci di soddisfare in una sola volta i gusti di gourmet, sportivi e amanti del turismo culturale, e ben pubblicizzate attraverso Internet.
Per saperne di più:
http://www.cittadelvino.it/