Cronaca di una bocciatura annunciata. La Commissione Europea dopo la “sorpresa” manifestata per la decisione del governo italiano di voler consentire concessioni di 90 anni sugli stabilimenti balneari, parte al contrattacco chiedendo spiegazioni in merito e dichiarando che, stando a quanto finora riferito “la norma non sarebbe conforme alle direttive sul mercato interno”. Il decreto si preannuncia pertanto come l’ennesimo spot elettorale destinato a restare lettera morta.
Nei contenuti, infatti, invece di rendere più liberale la norma in essere, va nell’esatta direzione opposta, volendo blindare a 90 anni le concessioni per l’esercizio di gestione degli stabilimenti balneari.
Per la Commissione Europea l’autorizzazione deve essere rilasciata per una durata limitata e non può prevedere una procedura di rinnovo automatico, così come non può accordare vantaggi al prestatore uscente o a candidati che abbiamo particolari legami con il prestatore. Il tutto per consentire periodicamente la messa in concorrenza del bene in concessione, al fine di offrire ad altri operatori le stesse opportunità di accesso. Ecco perché la durata della concessione – per Bruxelles – non dovrebbe avere una durata superiore al tempo necessario per garantire l’ammortamento degli investimenti effettuati.