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Un assaggio di storie di Ciociaria

21/02/2022

Un assaggio di storie di Ciociaria

Che prezzo ha l’autenticità?
È quello che ci siamo chiesti nel visitare una terra di antiche origini e ancora oggi verace, a tratti impegnativa ma autentica e, per molti aspetti, sorprendente come è la Ciociaria, quella zona a sud-est di Roma i cui confini non sono mai stati ufficializzati ma che attualmente viene fatta corrispondere alla  provincia di Frosinone, con i suoi 91 comuni.
L’ingombrante vicinanza di Roma non è riuscita a fagocitare culturalmente questa terra di antichissima civiltà che, a dire il vero, come la storia ci insegna, ha fornito un supporto culturale alla grandezza di Roma e ancora oggi preserva una sua storia e tradizioni autonome, peraltro frutto di differenti contaminazioni culturali. 

Lo stesso nome, Ciociaria, trae origine dalle calzature tipiche, le cioce, indossate insieme ad antichi costumi non solo in occasione delle tutt’oggi non poche manifestazioni popolari locali ma pure di grandi eventi folkloristici come il Festival internazionale del folklore “Flavio Fiorletta”. Sono 50 anni che richiama gruppi Folk da tutto il mondo a condividere storia, cultura, eccellenze culinarie, danza e musica tradizionale. Segno di come il frusinate sia conosciuto a livello internazionale, forse più di quanto non lo sia sul suolo nazionale.

Ma com’è esperire la Ciociaria, calarsi nelle pieghe di questa terra che non fa rumore ma che piuttosto attende di essere scelta fra i tanti itinerari del nostro Bel Paese?
Lasciamo che sia il racconto della nostra esperienza a parlare all’interesse di ciascuno. Perché la conoscenza di simili luoghi dev’essere voluta con quella predisposizione d’animo che solo un viaggio vero richiede.

Cascata di isola del Liri. Foto di Lindas MerghettoCascata di isola del Liri. Foto di Lindas Merghetto

Il Cesanese del Piglio de L’avventura
Il nostro itinerario parte dall’alta Ciociaria, dove ci spingiamo fino al borgo di Piglio, il cuore del territorio vitivinicolo del Cesanese del Piglio, appunto, l’unico D.O.C.G  rosso del Lazio.
È qui che nel 2015 Stefano Matturro e Gabriella Grassi hanno deciso di consacrare una passione condivisa per il vino con l’acquisto dei primi 3,5 ettari di terreno. Un passo che stravolge le loro vite vissute altrove, fino a quel momento assorbite da ruoli di rilievo in una multinazionale di ingegneria informatica, a cui segue l’acquisto di ulteriori appezzamenti e la costituzione di un’azienda agricola, non a caso chiamata L’Avventura. Oggi l’azienda è improntata sull’agricoltura biologica e segue le tecniche dell’agricoltura organica e rigenerativa ed è fortemente improntata alla produzione di una vino di qualità.

Le sue etichette di spicco sono le diverse espressioni del vitigno autoctono Cesanese con occhio di riguardo anche per la Passerina IGT.
La degustazione in loco, fra le vigne, nelle vesti di un apericena il vero momento di piacevolezza, facendoci sentire parte di questa terra e dei suoi colori e profumi. È un buon inizio, coronato da un’accoglienza come si deve nell’adiacente Casale Verdeluna, che i due coniugi hanno approntato secondo una concezione di ospitalità moderna, al passo con i tempi, in una terra antica. Segno di una bella apertura. 

Coniugi Matturro de LConiugi Matturro de L'Avventura

Salvatore Tassa, patron di Colline Ciociare
In soli 10 minuti di guida si raggiunge facilmente Acuto, altro piccolo borgo abbarbicato su un costone dei Monti Ernici, in una posizione che domina la Valle del Sacco. Questo luogo suggestivo ha visto crescere un eclettico “libero cuciniere”, così si definisce Salvatore Tassa, che segue un suo percorso personale di ricerca continua, volta ad estrarre il sapore della materia prima così come a sperimentare cotture. Con questo tipo di attenzione approcciamo alla cena a Colline Ciociare, il ristorante di cui è patron.
Nella quiete come sospesa del dopocena Salvatore (Tassa) ci rapisce raccontandoci di alcuni splendidi luoghi spirituali di questa terra, dalla Certosa di Trisulti all’abbazia di Casamari fino all’abbazia di Montecassino, fondata da San Benedetto da Norcia, pure padre dell’ordine benedettino. Per questo la Ciociaria viene indicata come la culla del monachesimo occidentale.
 

Chef Salvatore Tassa, patron di Colline Ciociare e NuChef Salvatore Tassa, patron di Colline Ciociare e Nu
E che dire delle sorti dell’Abbazia di Montecassino, distrutta ben quattro volte nel corso della storia e sempre ricostruita, anche dopo l’ultima più devastante distruzione nel 1944, ad opera del bombardamento delle forze alleate, che ha raso al suolo l’abbazia, rivelandosi poi un tragico errore di tattica militare...Poco dopo sarebbe stata rasa al suolo anche la città di Cassino e poi stravolta la vita dell’intera popolazione, ferita nell’anima. Che è molto di più che radere al suolo.
Questo abbiamo condiviso con Salvatore Tassa, che è pensiero che scava, nell’approccio alle cose della vita, come pure in cucina.

Il nostro viaggio in Ciociaria continua. Ecco un altro articolo!
a cura di

Simona Vitali

Parma, la sua terra di origine, e il nonno - sì, il nonno! - Massimino, specialissimo oste, le hanno insegnato che sono i prodotti, senza troppe elaborazioni, a fare buoni i piatti.
Non è mai sazia di scoprire luoghi e storie meritevoli di essere raccontati.
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