Cerca

Premi INVIO per cercare o ESC per uscire

Un contest costruttivo perché didattico

22/02/2024

Un contest costruttivo perché didattico

Si è aperta con un bel motto la sesta edizione del contest nazionale Miglior ricetta RicibiAMO, per bocca di Lucrezia Lamastra, professore associato in chimica agraria: “Pensare prima di comprare, pesare prima di cucinare e ripensare prima di buttare”. Regolette semplici semplici, comprensibili, alla portata di tutti, ma finché non le si fa veramente proprie rimangono sulla carta.

In sala un pubblico, tra IFTSS, istituti alberghieri e centri di formazione professionale, professionisti e privati, a rappresentare le tre categorie in gara.
Sono ormai dieci anni che Piace Cibo Sano APS nell’ambito del progetto RicibiAMO - in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, il Master Food & Beverage: gestione e sostenibilità dei servizi di ristorazione e il Centro di ricerca per lo Sviluppo Sostenibile OPERA - è impegnato sulla lotta allo spreco, che per definizione è “ il fenomeno della perdita del cibo ancora commestibile che si ha lungo tutta la catena di produzione e consumo del cibo”, attraverso la  diffusione di cultura e la messa in campo di iniziative che almeno servano da deterrenti.

Un contest costruttivo perché didattico

Ogni anno si tirano le somme e anche per chi ci si è messo d’impegno il monito rimane: “Persistere, non mollare!”. È facile infatti partire con una buona motivazione e poi perdersi poco a poco per strada. Ma non ce lo possiamo permettere. Il Pianeta piange, il clima sta dando preoccupanti segnali di sofferenza e, seppur spesso si rifugga il pensiero, dobbiamo iniziare a correggere le nostre abitudini, i nostri comportamenti alimentari nel quotidiano. Sentire affermare da Ettore Capri, professore ordinario in chimica agraria e direttore del Master Food & Beverage presso l’Università Cattolica di Piacenza, che nel corso del 2013 sono stati sprecati 13 miliardi di euro di cibo non lascia certamente indifferenti. C’è bisogno di chi ci faccia ragionare sul suo valore, senza volere però rinnegare la creatività in cucina, che non si vuole bandire.

Matteo Russo vincotore per la categoria Futuri giovani chefMatteo Russo vincotore per la categoria Futuri giovani chef

Quale migliore occasione di un contest che coinvolga tutti ma proprio tutti gli attori che si dedicano alla preparazione di pietanze? A sentire il presidente della giuria, lo chef Filippo Sinisgalli dello Zur Kaiserkron (BZ), è sugli “ chef” di casa che va prestata  attenzione, che ogni giorno sono chiamati a gestire l’economia familiare, alta è la loro incidenza a livello numerico e sono anche particolarmente creativi, come già in passato si è avuto modo di constatare. Ed è dalla famiglia che deve partire un’educazione alimentare nei confronti dei figli.

E in effetti gli chef di casa non hanno tradito le aspettative. A contendersi fino all’ultimo il titolo due donne, Alessandra Burzoni con Tartare di trota marinata al miele bio, cavolo 2.0, il suo patè e pelle croccante e Tiziana di Certo con panettoncini con chiare d’uovo, crema al profumo di arancia e scorzetta di arancia e cioccolato, “conditi” da un richiamo culturale all’indimenticabile Petronilla (donna simbolo della cucina italiana anni ‘30). La prima ha avuto la meglio. Alla seconda una menzione speciale.

Un contest costruttivo perché didattico

Quanto ai giovani  si è distinto, in modo particolare, Matteo Russo, del Centro di formazione professionale Monte Olimpino di Como, con “L’altro lato”, un friabile dolce alle mele per la cui farcia ha utilizzato la pelle del frutto, talmente interessante da rappresentare a pieno titolo una proposta di dolce da ristorazione.
Uno scambio intenso fra il comitato scientifico (Miriam Bisagni, Ettore Capri e Lucrezia Lamastra), la giuria e i partecipanti, fatto di consigli, riflessioni e pure obiezioni, ha rappresentato certamente il momento migliore di questo contest.

a cura di

Simona Vitali

Parma, la sua terra di origine, e il nonno - sì, il nonno! - Massimino, specialissimo oste, le hanno insegnato che sono i prodotti, senza troppe elaborazioni, a fare buoni i piatti.
Non è mai sazia di scoprire luoghi e storie meritevoli di essere raccontati.
Condividi