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Un Horto di sostenibilità e rispetto

27/09/2022

Un Horto di sostenibilità e rispetto

Un luogo dove riflettere sul significato di filiera, sul valore etico del territorio. Soprattutto un luogo dove “cucina” vuol dire responsabilità e sostenibilità, concetti che entrano - devono entrare - nella rappresentazione gastronomica contemporanea perché, oggi, non si può fare a meno di agire secondo coscienza. Da qui derivano l’estro e il genio creativo di cuochi illuminati, contemporanei e lungimiranti.

 

Ha aperto a Milano, e già la scelta dice molto, Horto, in pieno centro, a pochi passi dal Duomo. A Milano, forse perché è la città italiana che più di ogni altra incarna la modernità, l’intraprendenza e la proiezione al futuro; a Milano forse perché, nell’immaginario collettivo, è considerata tentacolare e spietata e pertanto ha bisogno di umanità come nessun’altra.

La terrazza di Horto foto di Gaia Anselmi TamburiniLa terrazza di Horto foto di Gaia Anselmi Tamburini

All’ultimo piano del complesso ristrutturato The Medelan, Horto è un progetto di ristorazione che nasce da un’idea di Osvaldo Bosetti e Diego Panizza, e si avvale, per la cucina, della consulenza organizzativa nientemeno che di Norbert Niederkofler, tre Stelle Michelin e Stella Verde per la Sostenibilità, chef di grande sensibilità che ha fatto della sostenibilità e del rispetto per l’ambiente e la natura il suo emblema.

Norbert Niederkofler, foto di Mattia ParodiNorbert Niederkofler, foto di Mattia Parodi

Trovare un equilibrio con tutto ciò che ci circonda è la sua mission, che si esprime nella sua cucina pionieristica e che si riflette nell’attenzione alle materie prime, nella genuinità unita all’innovazione. Al suo fianco e alla guida della cucina di Horto, un giovane cresciuto, tra l’altro, tra i suoi fornelli, Alberto Toé, che ne ha assimilato la filosofia, ne interpreta l’ideale e punta a valorizzare il territorio, la natura e l’elemento umano in maniera sofisticata, accattivante e decisamente originale:
La cucina è fatta di persone e delle loro storie – afferma Alberto Toé – e noi giovani vogliamo innovare ripartendo da dove erano arrivati i nostri nonni. Operiamo in quest’ottica, impegnandoci nel praticare quotidianamente azioni che non impattino e non diano origine a sprechi, cerchiamo di ridare vita alle materie prime con piatti dove si fondono tradizione e innovazione, italianità e ispirazione internazionale, semplicità e complessità. Utilizziamo solo prodotti forniti da aziende del circondario, perché anche il trasporto incide sulla sostenibilità. Sono aziende selezionate con cura e che rispondono ai nostri ideali: materie prime stagionali e locali, pesce di lago, acqua affinata. Perfino le nostre divise sono realizzate con materiali riciclati ”.

Alberto Toè, foto di Gaia Anselmi TamburiniAlberto Toè, foto di Gaia Anselmi Tamburini

È l’esempio di un mondo in trasformazione, che sostiene le sue convinzioni e agisce con coerenza, seguendo il cambiamento. È un mondo che cresce e “continua a dirci che dobbiamo cambiare il modo in cui approcciamo la quotidianità e il rapporto con il tempo. Il progetto di Horto è volto al desiderio di proporre un nuovo modello, partendo da questa consapevolezza, dalla cucina e dal rapporto con il locale, grande ricchezza molto spesso dimenticata”. Dichiarano i co-fondatori Bosetti e Panizza che, a questo proposito, hanno dettato il format e ideato quella che definiscono “ora etica”, ossia una filosofia che valorizza il territorio con una filiera corta e un modello che propone una nuova sinergia tra cucina e territorio, in un reciproco rapporto di conoscenza e rispetto.

Spaghetto lievito e zafferano, foto di Francesca MoscheniSpaghetto lievito e zafferano, foto di Francesca Moscheni

“Con Horto portiamo un’idea di cucina dettata da quello che offre la natura e il territorio che ci circonda - afferma Toé – e che ne valorizza l’elemento umano. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è intorno a noi, basta cercarlo e valorizzarlo”. Semplici o complessi, sono piatti che mirano a rispondere a gusti, culture e sentimenti diversi; piatti che uniscono: spaghetti lievito e zafferano, tortelli patate e sambuco, coregone e miso, grano saraceno e albicocca…sono l’armonia di un abbraccio.

Coregone marinato e miso, foto di Francesca MoscheniCoregone marinato e miso, foto di Francesca Moscheni

L’ambiente e il paesaggio riflettono l’idea, accolgono la biodiversità, creano l’esperienza. Tutto è studiato con meticolosa cura, con un obiettivo ben preciso. Horto, organico e avvolgente, crea un’atmosfera onirica ma è lo specchio di un’esigenza ben concreta: un mondo più accogliente, più giusto e sano in cui la cucina è protagonista col suo significato più profondo, quello di nutrire, il corpo e l’anima.

a cura di

Marina Caccialanza

Milanese, un passato come traduttrice, un presente come giornalista esperta di food&beverage e autrice di libri di gastronomia.
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