Un luogo dove riflettere sul significato di filiera, sul valore etico del territorio. Soprattutto un luogo dove “cucina” vuol dire responsabilità e sostenibilità, concetti che entrano - devono entrare - nella rappresentazione gastronomica contemporanea perché, oggi, non si può fare a meno di agire secondo coscienza. Da qui derivano l’estro e il genio creativo di cuochi illuminati, contemporanei e lungimiranti.
Ha aperto a Milano, e già la scelta dice molto, Horto, in pieno centro, a pochi passi dal Duomo. A Milano, forse perché è la città italiana che più di ogni altra incarna la modernità, l’intraprendenza e la proiezione al futuro; a Milano forse perché, nell’immaginario collettivo, è considerata tentacolare e spietata e pertanto ha bisogno di umanità come nessun’altra.