“Si sta tornando a pane, burro e marmellata”, con questa evocazione sempre molto suggestiva il presidente del Consorzio del Parmigiano-Reggiano, Giuseppe Alai, ha messo l’accento su come stiano cambiando i consumi alimentari nel nostro Paese. La frase è ovviamente estrapolata da un ragionamento ben più serio ed articolato che Alai ha fatto in occasione dell’annuale report sull’andamento del formaggio più conosciuto al mondo: il Parmigiano-Reggiano che vanta 383 caseifici produttori nelle province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Mantova; 244.000 bovine dedicate alla produzione del latte per la trasformazione; 3558 unità produttive agricole che conferiscono il latte ai caseifici.
Un sistema che, nel 2011, ha generato un incremento del 7,1% della produzione, quasi triplo rispetto al 2,4% dell’anno precedente, per un totale di 3.231.862 forme.
“Un valore molto alto, ma grazie alle azioni che sono state messe in atto in campo commerciale – spiega Alai – non siamo in situazione di allarme: le scorte hanno registrato un aumento modesto e fisiologico (un 11,5% in più, equivalente però a sole 84.000 forme e a livelli identici a quelli del 2009); il +4,2% delle esportazioni è un buon dato e lo sono, soprattutto, i ritiri effettuati dalla società I4S, che interessano oltre 180.000 forme destinate a mercati e tipologie di consumo diversi da quelli interni”. “Resta però il fatto – e qui Alai non nasconde qualche preoccupazione – che la crescita produttiva va riportata rapidamente entro limiti sopportabili da un mercato che ha già penalizzato duramente i produttori”.
Ed è proprio da questa riflessione che il presidente del Consorzio è partito per addentrarsi in quelli che sono i punti di forza ma anche le debolezze che il Parmigiano-Reggiano incontra sui mercati locali ed internazionali.
“Il problema principale è la necessità di stabilizzare il prezzo al consumo, per fronteggiare la nuova concorrenza dei formaggi duri non DOP che arrivano da fuori dell’Italia ed entrano sul mercato perché hanno una stabilità di prezzo” spiega Giuseppe Alai. Per fronteggiare questo fenomeno Leo Bertozzi, direttore del Consorzio, saluta con soddisfazione il risultato ottenuto, in sede comunitaria, della programmazione produttiva “che ci ha visti anticipatori – già nel 2006 – di quei piani produttivi che la UE sembra finalmente orientata ad assegnare come compito ai Consorzi di tutela. Vedremo nei prossimi mesi se questi principi di governo della produzione andranno in porto – conclude Bertozzi – ma intanto questa linea italiana si è affermata, grazie all’intelligente lavoro del presidente della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Europeo, Paolo De Castro, il cui contributo è stato certamente importante anche per l’approvazione definitiva, in sede UE, di quel nuovo disciplinare del Parmigiano-Reggiano che è entrato in vigore alla fine dell’agosto 2011, legando ancor di più il prodotto al territorio ed imponendo anche quel confezionamento in zona di origine che entrerà in vigore tra otto mesi”.
Sui segmenti produttivi è tornato il presidente Alai evidenziando come gli stili di vita stiano influenzando nuove modalità di consumo: “Sono calati i consumi interni delle nostre migliori Dop, con una flessione che si è attestata appena al di sotto del 4% per il Parmigiano-Reggiano grazie al buon andamento dei consumi extradomestici. Proprio verso il canale ho.re.ca. stiamo concentrando la nostra attenzione con azioni mirate verso la ristorazione commerciale e collettiva, in direzione anche di un target giovane capace di apprezzare la facilità e versatilità di consumo del Parmiaiano-Reggiano”.
“Non è un caso che i bocconcini, identificabili nel marchio Mito, abbiano segnato un +13,9% e due nuove aziende abbiano avviato la produzione. - afferma Alai – La grammatura piccola cresce, il nostro formaggio viene interpretato non solo come pietanza ma anche come snack, in abbinamento alla crescita del consumo di confetture. Una tendenza più salutista, come il pane, burro e marmellata dei miei tempi”.
Un messaggio che il Consorzio intende lanciare agli oltre 50.000 amici di Facebook con l’intento di raddoppiarli entro l’anno: persone che al Parmigiano-Reggiano chiedono, in particolare, ricette per usare e consumare al meglio il formaggio più conosciuto al mondo.
Luigi Franchi
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