Le persone e le attività
L’edificio, mantenendo la struttura esterna, storica e di pregio architettonico, è stato modernizzato e suddiviso in ambienti funzionali: una sala convegno adibita anche a banchetti, matrimoni o eventi, una sala concerti, aule per la formazione professionale. Il riuso di spazi abbandonati e riportati a nuova vita è un arricchimento per la città, per i suoi abitanti e, soprattutto, per tutti coloro che, ai margini della società, hanno solo bisogno che qualcuno tenda una mano e offra una nuova occasione.
Il personale che opera all’interno di mosso, tra cui persone in difficoltà per problemi fisici, mentali, economici o sociali, è assunto regolarmente dalla cooperativa – un primo passo, fondamentale, verso la rinascita – ma è anche supportato nel suo percorso di integrazione nel mondo del lavoro. Qui si impara un mestiere e lo si costruisce sulle effettive capacità di ognuno: “Perché siamo tutti uguali e differenti – afferma Emmenegger – ed è importante poter valorizzare di ognuno le potenzialità. Chi ha predisposizione per la cucina imparerà il mestiere di cuoco, chi ha più inclinazione per il servizio starà in sala. Non è importante, ciò che conta è che possano sentirsi realizzati e trovino la strada per superare le loro difficoltà integrandosi nella società. Questo è lo scopo di Olinda e di mosso e i risultati ci stanno dando ragione”.
Da mosso, infatti, l’ambiente è curato nell’arredamento semplice e vivace, nella pulizia estrema, nell’ampiezza degli spazi e nella luminosità delle sale: guardi fuori e guardi lontano.
L’architetto Carlo Carbone e Marika Hansson hanno progettato l’ambiente e hanno disegnato una cucina aperta con forno a vista, arredato con tavoli di legno, rotondi e rettangolari, omaggio al maestro del design Enzo Mari, e con colori vivaci a creare un ambiente aereo e luminoso, grazie al doppio riscontro sul giardino da un lato, e sul parco Trotter dall’altro, mentre mille luci piovono dal soffitto come stelle dal cielo.