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Una bella storia quella del vigneto I Perinelli

22/02/2012

Una bella storia quella del vigneto I Perinelli
Ci sono persone che possiedono l’innata ed inconsapevole capacità di far sorridere, non ridere, proprio sorridere, quella preziosa disposizione d’animo che passa attraverso gli occhi e la bocca per incontrarsi a metà strada con l’altro. Di persone così io ne conosco poche, tre o quattro: Giorgia Sguazzi è una di queste. Archiviata la laurea in Lettere, dal 2005 Giorgia si occupa a tempo pieno del vigneto I Perinelli, una piccola ma splendida azienda immersa nel verde della Val Nure, in territorio piacentino, acquistata dal nonno Rino Sguazzi agli inizi degli anni 90. “Mio nonno ha voluto seguire una passione che coltivava da tempo, ma facendo le cose per bene, con la creazione di un vigneto sperimentale, all’avanguardia, inusuale per l’epoca e per la zona”. Con la collaborazione del Dottor Mario Fregoni dell’Università Cattolica di Piacenza, che ne studiò la fattibilità, i sedici ettari di vigneto furono impiantati con un criterio di alta densità, circa 8.000 piante per ogni ettaro e una distanza tra i filari di un metro e sessanta, richiamando il modello francese. “L’intuizione fu premiata: oggi le viti hanno venticinque anni e la produzione continua” ci spiega Giorgia Sguazzi che ha imparato dal nonno Rino il lavoro in vigneto, affiancandolo dopo la laurea fintanto che è venuto a mancare.
Oggi lei si occupa della terra, “e ad ogni vendemmia imparo qualcosa di nuovo”, insieme all’agronomo Pierluigi Donna, mentre la produzione e la commercializzazione di vini è affidata all’enologo Paolo Perini e alla sua Azienda Quattro Valli, cantina centenaria altamente vocata alla produzione di vini di qualità. “Una sfida, per noi e per la famiglia Perini, che commercializza in esclusiva tutti i nostri prodotti, possibile grazie alla completa sintonia che unisce le due parti del lavoro, quella in azienda e quella in cantina”. Ai Perinelli c’è ancora un bellissimo torchio del Cinquecento, divenutone il simbolo, a testimoniare l’antica tradizione vinicola locale: le coltivazioni vanno dai tradizionali Barbera, Bonarda, Malvasia di Candia Aromatica e Ortrugo, fino ad alcuni vitigni internazionali, come il Cabernet Sauvignon, il Pinot nero e il Semillon.
Le circa centocinquantamila bottiglie all’anno vengono distribuite in esclusiva da Bolis al canale ho.re.ca. e alle enoteche, ed è possibile l’acquisto diretto dei privati presso l’azienda. “Anche se con la crisi economica l’affluenza è diminuita: il vino è un bene di lusso, non indispensabile e c’è da fare i conti con la grande distribuzione, dove si trovano bottiglie a due euro… Da noi viene chi conosce il nostro vino, e ritorna perché vuole bere quello”. Qualche esempio? Il Passito, apprezzato per il rapporto qualità-prezzo e per la particolarità del prodotto: la sovramaturazione sulla pianta delle uve Semillon, Viogner e Malvasia di Candia Aromatica e quindi il completo appassimento degli acini nell’antico solaio aziendale, donano a questo vino dorato un profumo intenso e persistente con sentori di fichi secchi, albicocche e miele; la pressatura avviene con torchio verticale, e raggiunge la completa maturazione con dodici mesi in barriques. Oppure la Malvasia, che grazie alle caratteristiche climatiche e geologiche del territorio piacentino assume particolare rusticità, accompagnata da profumi e sapori raffinati: è ottenuta con crio-macerazione pellicolare per 48 ore, fermentazione con lieviti selezionati, invecchiamento per il 30% in barriques e per il restante 70% in acciaio. E l’Ortrugo, antico vitigno dei colli locali, che viene lavorato delicatamente a bassa temperatura, e, dopo una leggera rifermentazione in autoclave, sprigiona note fresche di menta e mela verde.
Ma non è tutto: Giorgia ha deciso di dar vita ad un altro sogno di nonno Rino, quello di realizzare un progetto di recupero e reinserimento sociale per persone con disagio mentale: “Questa è davvero una grande sfida e ci tengo moltissimo: abbiamo deciso di unirci alla Cooperativa Cascina Clarabella, una realtà della Fondazione Isparo di Iseo, che si occupa dell’inserimento lavorativo di persone con disagio psichico in vari settori legati all’agricoltura” racconta Giorgia Sguazzi. “L’idea, che stiamo cercando di portare a compimento con l’Asl di Piacenza, è quella di mettere a disposizione l’azienda vinicola a queste persone, che potranno lavorare e vivere qui. Siamo già in fase di ristrutturazione, in pieno svolgimento lavori!” e il sorriso di Giorgia, che diventerà mamma per la prima volta a giorni, sono certa che farà ancora una volta centro.

Per info: www.perinelli.it - www.cantine4valli.it - www.cascinaclarabella.it

Alessandra Locatelli
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