Il percorso serale
All’entusiasmo di questi ragazzi non bisogna dimenticare quello, seppur diverso, ma carico di motivazione, di chi ha voluto fortemente affrontare un percorso scolastico serale. Ne parlo con il professor Matteo De Polli, docente di Enogastronomia, che per 20 anni ha seguito solo il serale e ora, che è al diurno, ancora collabora.
“Il serale nasce nel ‘92/93, voluto fortemente da Brunello, come offerta formativa per studenti lavoratori: ciò significava una possibilità. È partecipato da persone appassionate per arte culinaria, ragazzi che non hanno finito il percorso scolastico dell’alberghiero, stranieri, casalinghe che vogliono professionalizzarsi, laureati, diplomati e anche qualche disoccupato. Sono davvero pochi i ritiri e per cause di forza maggiore. La motivazione qui è davvero forte e differente”.
È la volta della visita a Montebelluna, nella sede dei laboratori, dove trovo Paolo Cavasin, docente di Sala e Vendita. Bello il suo approccio ai ragazzi, modi pacati ma decisi. E loro lo ascoltano e lo rispettano.
“Non mi interessa se cade il piatto o cade il bicchiere, per cui altri si arrabbiano molto, a me basta che non si facciano male e chiuso il problema. Ma la mancanza di rispetto e di educazione, la maleducazione non la tollero e non la consento”. Gli chiedo se abbia mai avuto problemi con i ragazzi.
“Ho iniziato a insegnare a 20anni, 21 per la precisione, e non ho mai avuto problemi. Classi più facili, classi più difficili, alunni più facili, alunni più difficili… Le classi problematiche le ho avute ma me le sono gestite, tempo di metterle a fuoco. Poi ho deciso io come fare andare le cose in classe. Anzi sono riuscito a instaurare rapporti che durano nel tempo”.
È un mediatore, Paolo, fra il corpo docenti e gli alunni. “Prima di passare ai genitori ci parlo io ai ragazzi” dice. E in effetti assisto proprio al monito che sta dando ad uno studente: “Chiamate mia mamma?” chiede il ragazzo preoccupato. “No – risponde Paolo – pensa a quel che ti ho detto”. Ce ne fossero tanti di prof così!