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Un'economia fragile? L'etica ci salverà

01/03/2020

Un'economia fragile? L'etica ci salverà

È bastata una settimana di bar costretti al coprifuoco e ristoranti
che si svuotano
per far gridare alla crisi di un intero settore.

Possibile? Davvero il nostro sistema è così fragile che
pochi giorni di comportamenti che cambiano, obbligati o volontari, determinino
un impatto negativo cosi drastico?

Milano, in questi giorni, è la rappresentazione
plastica di questo scenario inusuale. Una città dinamica, vivace, al limite
della frenesia, di colpo sta conoscendo una situazione nuova che possiamo
sintetizzare in una parola: rallentata.

Le azioni adottate per contrastare un virus di cui si conosce poco, obbligano il Paese ad annullare o rinviare quasi tutti gli eventi programmati nell'arco di 2/3 mesi.

Di conseguenza la preoccupazione prende il sopravvento e i
comportamenti cambiano, così, per esempio, se al ristorante si potrebbe
tranquillamente andare, i dati ci dicono che i locali sono pressoché deserti.

Comprensibile a breve, preoccupante a medio, drammatico a
lungo termine.

Certamente l'incertezza gioca a sfavore. Non abbiamo nessuna
percezione di quando l'emergenza finirà, pertanto, sarebbe sbagliato biasimare
chi sta scegliendo un atteggiamento di prudenza, preferendo anche sospendere le
uscite al ristorante.

Tuttavia, ciò che allarma è notare che pochi giorni di
stop mettano in evidenza la fragilità di un sistema
come quello della
ristorazione che, fino a settimana scorsa, tutti gli addetti ai lavori hanno
sempre descritto come in grande salute.

Quindi, non era vero il famoso “cassetto” se vede interrotto il flusso per pochi giorni fa scattare una serie di conseguenze che vanno dalla mancanza di liquidità, al blocco dei pagamenti ai fornitori, al mancato pagamento degli stipendi o, peggio, al licenziamento dei dipendenti, fino al fallimento dell'impresa?

Davvero? La rottura dell'equilibrio determinata da un fattore esterno sta svelando qualcosa che si è sempre fatto finta di non vedere, sollevato il tappeto la polvere ci travolge con una semplice brezza.

I momenti di crisi devono essere un'opportunità. Questa
volta, non dobbiamo negarlo, la crisi è e sarà difficile da superare,
comporterà sacrifici per lungo tempo, ma, una volta risolta la questione
sanitaria, che è la prima cosa a cui tutti dobbiamo pensare, sarà il caso di
fare una riflessione seria, critica, obiettiva, su dove, anni di
superficialità, hanno condotto il nostro settore. Continuare a dirsi “va
tutti bene Madama la Marchesa
” ci sta facendo risvegliare in braghe di
tela.

Ricordiamocene e ripartiamo dall'etica.

Aldo Palaoro

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