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Uno sviluppo sostenibile per il 2012?

02/01/2012

Uno sviluppo sostenibile per il 2012?
E il nuovo anno è cominciato, servendoci puntualmente l’eterna domanda: riprendere da dove avevamo lasciato o tentare di cambiare strada? Fatto ognuno, anche chi sostiene il contrario, il proprio bilancio, è di fronte a questo bivio che ci si ritrova e, mai come dopo questo 2011, le opzioni spaventano per quanto sfocate.

Qualche volta, però, non è necessario  cercare chissà cosa per cambiare prospettiva, ma avere nuovi occhi, come diceva Marcel Proust: e allora vogliamo iniziare questo nuovo anno con le parole che solo qualche settimana fa Carlo Petrini, al terzo International Forum Barilla on Food and Nutrition, ha utilizzato per spiegare la propria idea di sviluppo sostenibile, perché crediamo indichino una terza possibilità che non avevamo ancora considerato.

“Sostenibile significa aiutare, difendere; ma deriva anche a sustain, il pedale che nel pianoforte serve per allungare una nota, quindi richiama ad un concetto di durabilità. Sviluppo invece significa aumentare ma anche far progredire, due termini non sempre in sintonia nella storia” spiega Petrini. “Lo sviluppo inteso come la ricerca di una sempre maggiore produzione è insostenibile: la terra ha risorse finite, il cibo è energia per la vita ma se per produrlo si consuma il doppio si arriva alla crisi. E crisi significa passaggio, ma verso cosa? Il baratro o la crescita?” E crisi che per la prima volta è contemporaneamente almeno triplice: economica, ambientale ed energetica.

“Ma superare i paradossi è possibile” continua Petrini “cambiando i paradigmi, cambiando stili di vita. E si crescerà, si diventerà più grandi, secondo il proprio naturale sviluppo. Questo è il progresso.” Prendiamoci un minuto per rileggere queste parole, provando a metterle a fuoco all’interno della nostra piccola quotidianità: hanno più di un senso vero?

“È giunto il tempo della sobrietà felice” conclude Petrini. Eccola qui la terza via,  il nuovo paradigma: sobrietà, equilibrio, ricerca del buono e del bello a costi, di ogni tipo, accessibili e gestibili. E  felicità, nella sua accezione più vicina alla terra: fertile, nutriente, favorevole, accogliente. Sobrietà felice, non come meta, ma come compagno di viaggio. È il miglior augurio che sentiamo di darvi e di farci.

Alessandra Locatelli
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