Cerca

Premi INVIO per cercare o ESC per uscire

Va.Bene – Dop Igp Valore Benessere

16/03/2020

Va.Bene – Dop Igp Valore Benessere

Il mondo della
ricerca indaga sul valore nutrizionale e nutraceutico delle IG italiane e ne
certifica i risultati, suggerisce linee guida per imprese e consorzi e pubblica
la ricerca realizzata a cura delle Fondazioni Qualivita con la
collaborazione di Nutrafood e il
supporto del Ministero delle politiche
agricole
.

I
prodotti italiani Dop e Igp in quanto pilastri della Dieta Mediterranea, sono
la base dello studio e da essi i ricercatori hanno condotto un’indagine articolata
sulle evidenze della ricerca
accademica/scientifica italiana, le buone pratiche del settore e i contenuti della comunicazione mediatica mettendo in evidenza
il lavoro importante svolto dal settore negli ultimi dieci anni per migliorare
il livello di benessere e sostenibilità delle filiere agroalimentari italiane,
tuttora soggette ad attacchi mediatici infondati e per questo meritevoli di
ulteriori investimenti a livello di comunicazione.

In quest’ottica di tutela e valorizzazione del patrimonio alimentare, la
ricerca non si limita ad approfondire i temi del benessere e della
sostenibilità delle Dop e Igp
ma traccia le vie da percorrere per la loro
valorizzazione
focalizzando l’attenzione su aspetti poco esplorati
come l’impegno della ricerca
accademico-scientifica sul fronte delle IG e il ruolo importante dei prodotti Dop Igp nella Dieta Mediterranea come
asset strategico per la comunicazione.

La
Dieta Mediterranea, patrimonio UNESCO

Nonostante la Dieta
Mediterranea sia un valore sempre attuale, dal suo riconoscimento come
patrimonio immateriale Unesco a oggi, è stata poco utilizzata dalle imprese
italiane come supporto alla valorizzazione degli aspetti nutrizionali e come
supporto sociale ed educativo per uno stile alimentare migliore nella società. Le
informazioni al consumatore riguardo sicurezza e salubrità sono spesso al
centro della discussione: etichettatura degli alimenti e valori nutrizionali
declinati in “semafori” o “nutriscore” soprattutto, poco comprensibili e poco compresi
dal pubblico.

Si è reso evidente agli studiosi la necessità di fare chiarezza nel contesto di
un sistema di per sé sicuro per le sue caratteristiche di tipicità, innovazione
e controllo e suggerire nuove strade focalizzandosi su aspetti quale l’impegno della comunità scientifica, il
ruolo delle IG nella Dieta Mediterranea e le evidenze scientifiche dei
risultati positivi derivanti dal lavoro sulle modifiche apportate ai
disciplinari di produzione da parte dei Consorzi
.

Priorità della Fondazione Qualivita è certamente rafforzare l’interesse su
questi temi e sensibilizzare i soggetti della filiera e i consumatori.

I
risultati della Ricerca


Cerchiamo di illustrare i contenuti della ricerca. Strumento concreto, si fonda
su una mappatura delle evidenze di salubrità e qualità nutrizionali delle IG
italiane a due livelli: ricerche accademiche/scientifiche
e buone pratiche dei Consorzi.

Sono stati analizzati i contenuti mediatici che legano le IG a una sana ed
equilibrata alimentazione e alla salute e al benessere per individuare le linee
guida a supporto della valorizzazione e tutela delle produzioni Dop Igp.

Il lavoro si divide in 5 parti: valore e benessere nella Dieta Mediterranea e
nelle IG; una ricerca sul campo che riguarda gli articoli accademici sul tema
dei valori nutrizionali e di salubrità delle IG; una ricerca sul campo che
riguarda le buone pratiche 
dei Consorzi di tutela sui temi della salubrità e
della sostenibilità; una ricerca sul campo che riguarda i contenuti mediatici

relativi ai temi della salubrità e sostenibilità della Dieta Mediterranea e
delle IG; sintesi dei contributi e alla definizione di un percorso 
da seguire
per valorizzare appieno la qualità e a salubrità delle IG italiane. 


Un
modello nutrizionale dal Mediterraneo al resto del mondo

La prima parte
spiega in dettaglio l’origine e il valore della Dieta Mediterranea mettendo in
evidenza le sue peculiarità. È un
modello nutrizionale ispirato ai modelli alimentari diffusi in alcuni Paesi del
bacino del Mediterraneo: frutto della costante condivisione, nutrita da
sinergie interne quanto da contributi esterni, crogiolo di tradizioni,
innovazioni e creatività, ne rappresenta infatti lo stile di vita
.  È
un patrimonio in divenire, fatto di idee, relazioni, azioni, scambi, equilibri;
di tradizioni tramandate di generazione in generazione e saperi custoditi ed
elaborati nel tempo.
 Lo studio ripercorre le tappe della scoperta di Ancel
Keys
e delle ben note conferme che esso ha ispirato: infatti, i numerosi studi epidemiologici che ne
seguirono hanno definitivamente stabilito i benefici salutari associati alla
Dieta Mediterranea soprattutto in termini di riduzione del rischio
dell’insorgere di patologie come la sindrome metabolica, il diabete di tipo 2,
le malattie cardiovascolari ed alcune malattie neurodegenerative ed il
cancro. 

Risulta evidente, del resto, come
nel corso degli anni la Dieta Mediterranea si stia progressivamente erodendo a
causa della diffusione di un’economia più industrializzata, di una cultura
urbana e tecnologica e della globalizzazione di produzione e di consumo
alimentare
, legata all'omogeneizzazione dei comportamenti alimentari
nell'era moderna.

Questo fattore ha generato problemi che devono essere affrontati in
considerazione del fatto che nei Paesi
sviluppati il cibo non rappresenta più solo un puro atto di sopravvivenza per
l'uomo: mangiare è un fenomeno sociale e culturale, mentre l'alimentazione è un
problema fisiologico e sanitario.

È chiaro che nell’ambito della Dieta Mediterranea i prodotti certificati IG –
carni e salumi, latticini, pane e pasta, olio di oliva ecc. - offrono diverse
peculiarità tra cui: serietà,
in quanto sono prodotti regolamentati da leggi italiane e comunitarie
; tracciabilità e legame con il territorio. Le IG insomma rappresentano eccellenti
candidati per il perseguimento della Dieta Mediterranea, considerando che molte
di esse sono rappresentanti chiave della dieta stessa.


La
comunità scientifica e l’evoluzione delle ricerche

Il secondo capitolo
della ricerca analizza i risultati di 
una mappatura delle ricerche
accademiche/scientifiche pubblicate nelle principali riviste scientifiche
accreditate. Le IG, seppur con origini
e tradizioni antiche, si sono evolute nel tempo in conseguenza dell'evoluzione
tecnologica e dei cambiamenti ambientali. Il cibo, infatti, a seguito della cosiddetta Rivoluzione Fitochimica non
rappresenta più, nei Paesi Occidentali, solo la fonte di carboidrati, proteine
e lipidi, ma anche l’approvvigionamento di importanti molecole organiche capaci
di svolgere un ruolo determinante nella prevenzione e/o cura di una vasta gamma
di patologie.

Una lettura trasversale di questi
lavori scientifici ci dice che i prodotti italiani Dop e Igp sono riconosciuti
come produzioni di eccellenza e tradizione e sono prodotti con caratteristiche
peculiari a livello di produzione ma anche nutrizionali e nutraceutiche dettate
anche dalla loro provenienza; che sono alla base della scelta di un consumatore
attento alla sua alimentazione e al rispetto dell’ambiente e per queste
motivazioni sono spesso alla base di sofisticazioni e frodi alimentari. Per
esse è necessario lo sviluppo di una metodica scientifica, in aggiunta ai
controlli già presenti da parte delle Autorità Competenti, che ne tuteli la
loro tipicità e non trascuri aspetti legati a intolleranze e allergie.

Tracciabilità e aspetti nutrizionali e nutraceutici sono dunque in primo
piano nell’interesse della comunità scientifica.

Le
buone pratiche e la comunicazione


Il capitolo relativo ai comportamenti e alle buone pratiche mostra i risultati
di un’indagine presso i consorzi di tutela che ha rilevato le buone pratiche,
le ricerche e le modifiche di disciplinare relative alle caratteristiche
nutrizionali, alla salubrità e alla sostenibilità delle IG. Ha rilevato
anche il fatto che negli ultimi 10 anni almeno il 51% dei Consorzi ha svolto
attività di formazione dirette alla filiera, per esempio ai banconisti della
Grande Distribuzione Organizzata o agli allevatori/coltivatori
; attività didattiche, in particolare
rivolte agli studenti sul tema della corretta alimentazione e in alcuni casi le
attività hanno riguardato la sostenibilità
ambientale, per esempio la creazione di un protocollo per una viticoltura
sostenibile. Ne risulta un quadro positivo nel quale  un
Consorzio su due ha realizzato buone pratiche, un Consorzio su tre ha realizzato o partecipato a studi e ricerche,
un Consorzio su cinque ha apportato
modifiche al disciplinare di produzione.

Il monitoraggio della comunicazione, argomento del quarto capitolo della
ricerca, ha rivelato come affermarsi nella mente dei consumatori come prodotti
tipici di eccellenza è stato per le IG uno dei principali obiettivi di
comunicazione. 
Nell’ultimo periodo però le IG sono state spesso chiamate a
difendersi da attacchi provenienti da varie fonti che li correlano a uno stile
di vita scorretto e poco salutare. Le
IG e la loro salubrità sono diventati una notizia per i media diventando uno
dei temi principali nell’agenda degli stakeholder. È il fenomeno
chiamato “agenda setting” ossia l’ipotesi che siano i media attraverso la
scelta delle notizie e dello spazio a loro dedicato a influenzare gli stakeholder
sull’importanza di certi fatti rispetto ad altri. Il monitoraggio sui
principali canali di comunicazione, compresi i social,  ha così messo in evidenza la responsabilità
dei media nella diffusione di dati incompleti, non provati o fuorvianti.
Questo
si lega fortemente al tema delle fake news che però non sempre partono dal
basso ma a volte sono costruite appositamente per diventare virali in rete da
professionisti della comunicazione: siamo davanti a quella che alcuni autori di
comunicazione definiscono postverità,
ossia una verità costruita senza tenere conto della conformità al reale ma solo
dell’emotività.

Rientra in questo contesto il tema delle etichettature, in particolar modo le
etichette semaforo e il nutriscore, ideate per fornire al consumatore
informazioni sui valori nutrizionali dei prodotti. Tra i risultati della
ricerca è possibile osservare come una selezione di articoli sul tema,
dal 2013 in poi, primo anno in cui il tema della nutrizione e della salubrità
delle IG italiane è “passato con il rosso” il danno in termini di reputazione
delle IG poteva essere molto forte. Rischio arginato sia dall’Unione Europea
che ha bocciato questi tipi di etichetta sia dai media che hanno in maniera
compatta difeso il made in Italy. Un argomento, la tutela della reputazione,
sul quale una riflessione seria si rende pertanto necessaria.

L’ultima parte della ricerca riporta una sintesi di quanto emerso dalla

ricerca in termini 
di punti di forza delle IG e fornisce
le linee guida per
valorizzare al meglio le caratteristiche nutrizionali delle
 IG e della Dieta
Mediterranea. In maniera sintetica possiamo dire che è stato tracciato un
quadro positivo che però necessita di maggiore investimento in termini
comunicativi e di buone pratiche dei Consorzi di tutela per rendere il sistema
meno fragile e più capace di reagire alle crisi di comunicazione. Sono molti
infatti i legami scientifici tra la Dieta Mediterranea, le IG e il benessere,
la corretta alimentazione, la prevenzione di alcune patologie. Eppure questo tipo
di informazioni non diventano spesso notizia.

Lo studio Va.Bene consegna risultati che
rafforzano l’interesse e la conoscenza del settore Dop Igp su benessere e
sostenibilità
, temi prioritari del futuro, per sensibilizzare i soggetti
della filiera e i consumatori e stimolare un percorso di crescita della ricerca
scientifica.

www.qualivita.it  
www.qualigeo.eu

Marina Caccialanza





Condividi