“Un percorso non semplice lungo otto anni, in cui con molta determinazione ho cercato innanzitutto di fare accogliere il mio progetto tanto a chi ci doveva investire quanto a chi ci avrebbe lavorato, riuscendo poco alla volta a guadagnare la loro fiducia.
L’errore che spesso si compie nelle realtà strutturate è quello di non considerare che l’executive chef e l’executive pastry chef sono due figure differenti, perché differenti sono il mondo della cucina e quello della pasticceria, per cui uno dei primi passi che ho fatto è stato quello di creare la posizione, portando la figura dell’executive pastry chef a livello di quella dell’executive chef, poi ho creato un food cost solo per la pasticceria, perché potesse avere tutto quello che serviva per affrontare il progetto (statistiche, l’alta tecnologia, materie prime di assoluta qualità...).
A tutt’oggi ci sono cuochi che non capiscono cos’è la pasticceria. Non avendo le conoscenze devono fare quello di cui sono capaci. Piuttosto che servire dessert mediocri è meglio acquistarne degli ottimi pronti per la consumazione, si fa più bella figura.
C’è un altro aspetto che tengo sempre presente nel definire i nostri menù ed è il farmi comunicare dai colleghi di cucina cos’hanno in programma per il lunch e per il dinner perché il dessert non deve andare in contrasto, ponendosi come quella parte acida che sgrassa, pulisce il palato.
E perché la crescita sia tale non bisogna prescindere dalla formazione, essendola pasticceria in continuo movimento. La nostra grande forza in questi anni è stata avere a fianco il Maestro Iginio Massari e Cast Alimenti, in senso più ampio, dove non ho esitato a mandare in formazione i miei collaboratori. Se ci pensiamo un attimo, con tutto quello che abbiamo a disposizione oggi tra scambi possibili, conoscenze da condividere, libri, lo stesso web con le sue sollecitazioni...beh, sbagliare il dessert non è concesso!