Le idee chiare, del resto, non gli hanno mai fatto difetto. E nemmeno la voglia di osservare, provare, sperimentare e imparare: dal nonno prima e dai maestri lievitisti che ha avuto la fortuna di incontrare, poi. Due nomi per tutti: Achille Zoia e Rolando Morandin.
Ci sono voluti 10 anni per arrivare, nel 2013, a realizzare un panettone che davvero corrispondesse a ciò che aveva in mente, frutto di tre lievitazioni. In mezzo ci sono stati viaggi, incontri, esperienze in Italia e all’estero. Prove su prove. “Il primo anno in cui iniziai la commercializzazione producemmo settecento panettoni: fu un successo inaspettato e l’inizio di uno straordinario passaparola – racconta Vincenzo –. Siamo lontani da tutto e vedere che il nostro panettone piaceva e che i clienti facevano tanti chilometri per arrivare ad acquistarlo ci riempì di soddisfazione. Oggi nelle settimane precedenti il Natale si contano centinaia di persone, ogni giorno, davanti al nostro negozio”.
Di sperimentazione in sperimentazione, ora le varianti del panettone sono oltre una dozzina. Tra queste c’è pure quella che prevede l’utilizzo di caffè nell’impasto e la farcitura di cioccolato bianco.