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Vini rosati: non più figli di un Dio minore

21/04/2014

Vini rosati: non più figli di un Dio minore
Rosso, bianco o … rosè? Alla tradizionale scelta del vino costituita dal binomio bianco – rosso sempre più spesso si affianca, statistiche e numeri alla mano, la terza via: quella rosè. Negli ultimi anni, infatti, i vini rosati sono riusciti a ritagliarsi uno spazio sempre più ampio sul mercato, tanto a livello nazionale quanto internazionale. Un trend in continua crescita che certamente premia quei produttori i quali, superando e mettendo alle spalle luoghi comuni ormai anacronistici su qualità e peculiarità dei rosè, hanno decisamente orientato la propria attività verso questa direzione. La sfida è ormai stata lanciata, i vini rosè rappresentano ormai un fattore di crescita economica, un segnale di cambiamento sociale in corso che ha aperto anche nuovi orizzonti sul versante della ricerca enologica.

Peraltro, il mercato del vino rosè è l’unico segmento che ha fatto registrare una significativa crescita sin dall’anno 2005. Si pensi che i 22 milioni di ettolitri di rosè prodotti globalmente nel 2002 sono oggi diventati 24 milioni di ettolitri, con un incremento del 7,7% nell’arco di nove anni, rappresentando più del 9% della produzione totale di vino. Geograficamente, la produzione è soprattutto concentrata in Francia, Italia, Stati Uniti e Spagna, paesi che producono il 75% del volume mondiale. Negli ultimi anni diversi paesi emergenti stanno ampliando in maniera evidente la propria fetta di mercato. Anche sul fronte dei consumi il trend è il medesimo: i vini rosati rappresentano il 10% dei consumi totali. E’ la Francia a guidare la classifica dei produttori con 6 milioni di ettolitri e il 34% dei consumi: oggi una bottiglia su tre consumata in Francia è vino rosè. Ma anche in Italia il fenomeno rosè sta attirando l’attenzione di addetti ai lavori e non solo.

E proprio in tale direzione si colloca la cerimonia di premiazione della terza edizione del Concorso enologico nazionale dei vini rosati d’Italia, in programma il prossimo 31 maggio, al Castello Aragonese di Otranto, evento promosso dall’Assessorato alle risorse agro-alimentari della Regione Puglia, in partenariato con Assoenologi, Accademia italiana della vite e del vino e Unioncamere Puglia e autorizzato dal Ministero delle Politiche agricole. L’evento è stato ufficialmente presentato in occasione della 48° edizione del Vinitaly.

Lo scorso anno, numeri da record con 292 cantine partecipanti in rappresentanza di tutte e 20 le regioni d’Italia e 68 province. Nelle sei categorie in concorso, ossia Vini Tranquilli rosati a denominazione di origine (DOP), Vini Tranquilli rosati a indicazione geografica(IGP), Vini Frizzanti rosati a denominazione di origine (DOP), Vini Frizzanti rosati a indicazione geografica (IGP), Vini Spumanti rosati a denominazione di origine (DOP), Vini Spumanti rosati a indicazione geografica tipica (IGP) e Vini Spumanti di qualità rosati (VSQ), sono stati premiati 19 vini e assegnati 217 diplomi di merito.
La competizione si conferma per la sua originalità e per l’attenzione che riesce a suscitare su una tipologia di vino delicato e fruttato, sempre più di moda rispetto al passato, - afferma l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni, per il secondo anno al timone del Concorso -  ma che è anche risultato di un percorso di vinificazione che esalta l’esperienza dei produttori pugliesi e il grande patrimonio di biodiversità che fa della Puglia una grande tela di colori e sapori da cui attingere. Confermiamo la nostra leadership nel settore e per questo il Concorso non fa altro che stimolare ulteriormente i produttori italiani che ormai riconoscono alla Puglia anche l’ambizioso ruolo di guida nelle preferenze di operatori del settore e mercato”.

Antonio Longo

Per saperne di più: www.concorsorosatiditalia.it

 
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