Mai come quest’anno l’appuntamento con
Vinitaly ci sembra mettere in risalto due parole chiave, motori della
48° edizione ma anche del percorso che condurrà la manifestazione fino e oltre
Expo:
imprese italiane. Eccellenza, internazionalizzazione, export… se si parla di Vinitaly si tende, e a ragione, a darli per scontati. Ma dalla conferenza stampa di presentazione tenutasi nei giorni scorsi all’Hotel Boscolo Exedra di Roma, sono i profili di loro, le imprese italiane, a uscire, mostrandosi nella loro lucida e proattiva concretezza.
A commentare le novità 2014 di Vinitaly, a Verona
dal dal 6 al 9 aprile prossimi, c’erano
il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, il commissario europeo per l’Agricoltura Paolo De Castro, il presidente di VeronaFiere Ettore Riello e il direttore generale Giovanni Mantovani.
“Non ho dubbi che Vinitaly sarà protagonista durante i sei mesi dell’Expo a Milano. Presto vedremo svilupparsi il potenziale cui abbiamo lavorato insieme finora” ha esordito
Martina. E certamente
i numeri gli danno ragione: buyer in arrivo da oltre 120 nazioni, 5 miliardi di euro di export totalizzati dalle imprese vinicole nel 2013, 150.000 visitatori previsti, oltre 100.000 mq espositivi, 2000 posti auto in più, solo per segnalarvene qualcuno.
“In questo quadro, Vinitaly è sempre più strategico – ha specificato
Ettore Riello – per la sua capacità di valorizzare una parte così importante dell’agroalimentare italiano”.
Portandolo oltre confine: “Uno dei punti di forza di Vinitaly – ha precisato
Giovanni Mantovani – è da sempre quello di proporre un percorso di andata e ritorno. Grazie alla rete di
Vinitaly International accompagniamo le imprese italiane negli Usa, in Russia e in Cina, favorendo al contempo l’arrivo di quelle estere all’appuntamento di Vinitaly a Verona, che genera un indotto di oltre 300 milioni di euro sul territorio. Se il Pil italiano, fermo da 12 anni, seguisse le performance di crescita media del 6,5% annuo del nostro vino all’estero, avremmo risolto da tempo i problemi del Paese”.
D’accordo anche
Paolo De Castro: “Se applicassimo i risultati ottenuti dal vino italiano all’estero a tutta la filiera agroalimentare, potremmo tranquillamente raddoppiare gli attuali 33 miliardi di euro di export. Naturalmente per raggiungere questo obiettivo abbiamo bisogno di tanti Vinitaly, di tante fiere in grado di accompagnare le imprese, mettendole a sistema”.
La parola alle imprese, #inotticaexpo ma soprattutto al dopo Expo.
Alessandra Locatelli