Avete a cuore il vino e siete in cerca di soluzioni per farlo girare, assaggiare dalla vostra clientela curiosa? Una di queste è senza dubbio la mescita al calice, una pratica che stenta a diffondersi nella ristorazione, ma consentirebbe di legare il prodotto enologico alla ristorazione di qualità, facendo abbinare il vino alla singola portata e contenere il costo di questa voce per il consumatore.
Se la difficoltà sta nella conservazione, allora la regola numero uno consiste per evitarne l’ossidazione è cercare di ridurre l’aria contenuta all'interno della bottiglia in modo da limitare il contatto con la superficie del vino. Le pompe per creare il sottovuoto e i tappi ermetici per richiudere la bottiglia consentono di conservarlo inalterato per 2-3 giorni. Altro sistema è quello di usare speciali bombolette di gas inerti, in genere composti da nitrogeno (N2) e anidride carbonica (CO2), che verranno spruzzati all'interno della bottiglia. Il gas, depositandosi sulla superficie del vino, lo isola dal contatto con l'ossigeno. Per gli spumanti meglio optare per i cosiddetti “stopper” che sigillano ermeticamente la bottiglia e prevengono sia l'ingresso di ossigeno, sia l'uscita di anidride carbonica.
Esistono anche attrezzature, costruite per bottiglierie, mescite di vino, punti di passaggio tipici e ristoranti, che consentono di conservare per circa 20 giorni le migliori bottiglie di Cru e vini pregiati già aperte o smezzate.
Per fare tre esempi di aziende italiane: il dispencer EasyWine dell’omonima azienda di Sorisole, in provincia di Bergamo (
www.easywine.it); Protevin di Enomeccanica Bosio S.r.l. di Monticello d'Alba (CN), (
www.enomeccanicabosio.it/protevin.aspx; élite di Enomatic srl, Greve in Chianti (FI) (
www.enomatic.it).