9 italiani su 10 la mangiano regolarmente e 1 su 3 ogni
giorno. In tutte le sue varianti – integrale, al farro, al kamut, con farine di
legumi – o classica di grano duro, piace e sazia, è l’emblema della dieta
mediterranea alla portata di tutti.
Ma come mangeremo nel 2050? I ricercatori hanno individuato 6 stili alimentari che guideranno le
tendenze in futuro. Perché, si sa, le abitudini cambiano, gli stili di vita si
adeguano alle esigenze. La convivialità è al primo posto quale motivo di scelta
e i Millenials italiani hanno individuato negli spaghetti al pomodoro l’oggetto
del desiderio: io mangio classico è
il loro stile. Ma la pasta è anche un alimento sostenibile e per questo
incontra i sapori dell’orto con ricette bio e anti spreco in favore
dell’ambiente e della salute: io mangio
etico diventa realtà. Il terzo aspetto che mette in evidenza il pregio di
un piatto di pasta è la versatilità glocal: si adatta a tutti gli stili
alimentari e incontra con favore usi e costumi lontani per dare vita a uno
stile fusion che fa della contaminazione il suo punto forte; io mangio globale. E per chi si vuole
distinguere? Dall’integrale alla farina di piselli, dal farro alla semola di
ceci, con la spirulina o (perché no?) con la farina d’insetti…io mangio diverso. E poiché oggi less is more, io mangio semplice vuole dare rilevanza alle porzioni ridotte, alla
semplicità e all’equilibrio sobrio tra gusto e salute. Ma, soprattutto, io mangio consapevole perché il futuro
della pasta passa attraverso la corretta informazione e per fare in modo che
continui a svolgere il suo ruolo cruciale per l’alimentazione del pianeta – non
dimentichiamo che un piatto di pasta sfama e nutre con pochi euro – è
necessario fare chiarezza: la pasta non ingrassa, non fa male, anzi…