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World Pasta Day, come sarà tra 30 anni?

26/10/2019

World Pasta Day, come sarà tra 30 anni?

Prevedere il futuro? Difficile. Eppure esistono dei punti
fermi nella nostra esistenza e non scompariranno. Una di queste certezze è che
tra 30 anni, nel mondo e certamente in Italia, mangeremo ancora pasta.

Ne sono sicuri i ricercatori che hanno condotto per Eumetra-Unione Italiana Food uno studio
mirato a interpretare i segnali di consumo degli italiani per i prossimi anni,
basato su un campione di 3 mila persone.

In occasione del World
Pasta Day
, ricorrenza che si celebra il 25 ottobre di ogni anno, potremo stare tranquilli: la pasta, vero
piatto tipico italiano, simbolo del nostro paese nel mondo, mantiene inalterati
i suoi valori di nutrimento sano, buono e democratico.

9 italiani su 10 la mangiano regolarmente e 1 su 3 ogni
giorno. In tutte le sue varianti – integrale, al farro, al kamut, con farine di
legumi – o classica di grano duro, piace e sazia, è l’emblema della dieta
mediterranea alla portata di tutti.

Ma come mangeremo nel 2050? I ricercatori hanno individuato 6 stili alimentari che guideranno le
tendenze in futuro. Perché, si sa, le abitudini cambiano, gli stili di vita si
adeguano alle esigenze. La convivialità è al primo posto quale motivo di scelta
e i Millenials italiani hanno individuato negli spaghetti al pomodoro l’oggetto
del desiderio: io mangio classico è
il loro stile. Ma la pasta è anche un alimento sostenibile e per questo
incontra i sapori dell’orto con ricette bio e anti spreco in favore
dell’ambiente e della salute: io mangio
etico
diventa realtà. Il terzo aspetto che mette in evidenza il pregio di
un piatto di pasta è la versatilità glocal: si adatta a tutti gli stili
alimentari e incontra con favore usi e costumi lontani per dare vita a uno
stile fusion che fa della contaminazione il suo punto forte; io mangio globale. E per chi si vuole
distinguere? Dall’integrale alla farina di piselli, dal farro alla semola di
ceci, con la spirulina o (perché no?) con la farina d’insetti…io mangio diverso. E poiché oggi less is more, io mangio semplice vuole dare rilevanza alle porzioni ridotte, alla
semplicità e all’equilibrio sobrio tra gusto e salute. Ma, soprattutto, io mangio consapevole perché il futuro
della pasta passa attraverso la corretta informazione e per fare in modo che
continui a svolgere il suo ruolo cruciale per l’alimentazione del pianeta – non
dimentichiamo che un piatto di pasta sfama e nutre con pochi euro – è
necessario fare chiarezza: la pasta non ingrassa, non fa male, anzi…

Riccardo Felicetti
ha affermato: “Analizzare i trend di consumo è fondamentale per intercettare i
bisogni del mercato e fornire prodotti adeguati, perché il mercato può essere
flessibile ma non lo sarà altrettanto il consumatore che esige prodotti di
qualità in grado di soddisfarlo. Tendiamo a pensare alla pasta come qualcosa di
immutabile ma non è così. Il processo produttivo deve adeguarsi ai mutamenti,
essere attento agli impatti ambientali e ai trend salutistici. Il futuro
dell’alimento sta nell’interpretazione corretta di queste esigenze”.  

Fiducioso nel contributo che la tecnologia può offrire al
mercato della pasta si dimostra Paolo Barilla: “I cambiamenti degli stili di
vita devono essere assecondati – in futuro sempre meno persone avranno
l’abilità e il tempo di cucinare – dobbiamo pertanto modificare i canali di
vendita e intercettare nuovi mercati e opportunità. Il consumo di pasta nel
mondo è raddoppiato negli ultimi 10 anni perché la pasta piace, è accessibile
ed ha un basso impatto ambientale”.

Per la Giornata della Pasta, dunque, si festeggerà e lo si
potrà fare in modo straordinario sperimentando nuovi modi di consumare la
pasta. Grazie a 130 ristoranti che hanno aderito all’iniziativa, si svolgerà in
tutto il mondo la prima edizione di Al
Dente, The Italian way of pasta.
Per una settimana i menu dei ristoranti
interpreteranno la pasta prendendo ispirazione dalle tendenze rivelate dalla
ricerca. Tra i cuochi che hanno accettato la sfida lanciata dall’Unione
Italiana Pastai anche chef di fama come Heniz
Beck, Chicco Cerea, Rosanna Marziale e i fratelli Alajmo,
insieme a molti
altri. Per fare qualche esempio, le mezze maniche ai ricci di mare con crema di
pinoli tostati e pecorino di Fossa del giovane Nikita Sergeev a Porto San Giorgio o gli spaghetti alla chitarra
alla Teramana di Marino D’Antonio a
Shangai.

La sfida della pasta “tra 30 anni” piace; la maggior parte
degli chef crede che sarà la tradizione la protagonista del futuro e infatti
tra le specialità più gettonate ci saranno varie interpretazioni di un grande
classico: la pasta al pomodoro!

Tutti pronti dunque, per una spaghettata – vera o virtuale  - con gli hashtag #pasta2050 e #WorldPastaDay.

Marina Caccialanza

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