Ci sono due bar italiani nella classifica della World's 50 Best Bars, il grande evento celebrato il 9 ottobre a Londra, alla presenza di 500 autorevoli professionisti del drink, è il più atteso dell’anno per i barman, i proprietari di locali e gli estimatori del bicchiere perfetto di tutto il mondo. Dario Comini che, con il suo Nottingham Forest di Milano, balza in 15° posizione, risalendo dal 49° posto dell’anno scorso, un risultato eccezionale considerando l’altissimo livello dei competitor, collaudati e geniali colleghi alla guida dei migliori bar del mondo. Dario è molto stimato nella categoria e per apprezzare i suoi spettacolari drink, ispirati ai viaggi che compie di frequente ai quattro angoli del globo, è risaputo che occorre mettere in conto non meno di un ora di fila. Una vera e propria esperienza che conduce in una dimensione sconosciuta, attraverso tecniche di volta in volta primordiali o innovative, passando dalla fermentazione alla sferificazione, dall’uso dell’azoto, alla caramellizzazione, magari ispirandosi a un telefilm, un profumo, un ingrediente, un contenitore, poi sperimentando, scegliendo gli ingredienti, cercando il bilanciamento, e anche il bicchiere più adatto che ne esalti le caratteristiche, effettuando prove che durando anche un anno. Al 28° posto ancora un bar italiano, The Jerry Thomas a Roma, con Leonardo Leuci, Antonio Parlapiano e Roberto Artusio, un locale art decò, senza insegna, una porticina dentro la quale valenti barman in un’atmosfera anni ’30 servono drink senza confini, ma attenzione, per entrare, occorre rispondere a una difficile domanda sulla mixology attraverso il sito, prima di prenotarsi, solo dimostrando una certa attitudine sarà possibile varcarne la soglia.
Se l’American Bar è risaputo che sia nato negli Stati Uniti e da tempo il miglior bere sia una partita a due fra New York e Londra, anche l’Italia sa esprimere formidabili individualità, spesso apprezzate più all’estero che a casa, capaci di rendere straordinario quel bicchiere e impagabile quel momento che al calar della sera alcuni amano concedersi. Un esclusiva classifica, ottenuta in seguito a un sondaggio indipendente, votato in forma anonima da 334 professionisti del settore provenienti da 46 paesi, che traccia una linea, e terrà banco per un’anno, cartina di tornasole per l’appassionato di mixology che tempo e portafogli permettendo potrà visitarli tutti, annotando le proprie considerazioni, e formulando la propria personale graduatoria. Sul podio più alto si conferma per il terzo anno consecutivo il lussuoso Artesian di Londra, bar dell’Hotel Langham in Regent Street, un’elegante luogo dell’ospitalità aperto dal Principe di Galles nel 1865, frequentato da Marc Twain e Oscar Wilde, il bar aperto nel 2006 è guidato dal barman pluripremiato Alex Kratena e dal suo braccio destro Simone Caporale. Al secondo posto The Dead Rabbit Grocery & Grog, (Coniglio Morto) a New York, un locale in stile irlandese-americano informale e old-fashion, con la lista dei drink eletta migliore del mondo, che contiene un’ampia ricerca sui cocktail dell’800 e numerose e sbalorditive ricette create in esclusiva da Sean Muldoon e Jack McGarry. Medaglia di bronzo al piccolo e prezioso, NightJar di Londra, “Succiacapre” se dovessimo tradurlo in italiano, (un volatile che si ciba degli insetti delle capre), speakeasy ispirato al proibizionismo tra i più frequentati di Londra, dove si servono speciali drink accompagnati da buona musica solo al tavolo.