Ci vollero due persone a fare da apripista a quella che, negli anni, sarebbe diventata una tra le più celebrate trattorie italiane: Gianni Mura e Luciano Manuzzi.
Gianni Mura scrisse di loro nell’inverno del ’97, in un articolo intitolato La cucina delle donne: Diva, Giuliana e la figlia Michela, oggi specialissima padrona di sala mai senza il sorriso.
Luciano Manuzzi, imprenditore illuminato e figlio del presidente del Cesena Calcio, a cui è dedicato lo stadio cittadino: “Fu il nostro primo vero cliente. – ricorda Giuliana – Incuriosito dai giudizi contrastanti, venne di persona e nacque un’amicizia profonda”. Al punto che, oggi 31 agosto, Michele Manuzzi, suo figlio, siede ai tavoli del Gambero Rosso, portando con sé i cuochi del territorio, profondamente legati a Giuliana, per regalare a tutta la brigata della locanda un gesto di grande affetto: Piergiorgio Parini, Gianluca Gorini, Fabrizio Mantovani, insieme al critico Giorgio Melandri, la giornalista Maria Andreucci, il patron delle Giare Claudio Amadori e sua mamma, la signora Antonietta. Tutti a tavola per l’ultima volta del Gambero Rosso a San Piero in Bagno.
C’è un po’ di traffico nell’anima… E questi non sono che gli ultimi di una lista lunghissima: noi c’eravamo nei giorni scorsi. Al tavolo accanto una coppia di giovani innamoratissimi (nella foto d'apertura) e clienti affezionati che hanno scelto il Gambero Rosso per il compleanno di lei, con brindisi collettivo tra tutti gli ospiti.
C’eravamo e abbiamo sbirciato nei cuori di Giuliana, Moreno, Halyna, Michela e Paolo, giusto per fare un viaggio verso il futuro. Perché, qualcuno già lo sa, la storia non finisce qui: da qui ricomincia.
“Qui si chiude il Gambero Rosso – confessa Michela – perché non può essere altrimenti. Il Gambero Rosso è Giuliana, è la sua cucina, è la sua visione. Della storia del locale ci porteremo con noi alcune ricette che riproporremo nella trattoria romagnola che andremo a gestire, io e Paolo, a Eataly di Forlì”. E, con esse, la loro semplicissima affabilità che si tramuta in accoglienza calorosa, mai affettata né tantomeno formale. Non sono solo ricette quelle che il Gambero Rosso ha scritto nella storia della ristorazione italiana.
Sono anche un modo di raccontarle, ineguagliabile. Ascoltare Moreno Balzoni che candidamente confessa che lui non ci credeva all’inizio ma, “quando ho visto che Giuliana aveva ragione, da quel momento la mia vita è cambiata. Prima mi vergognavo a parlare del passato perché pensavo che non importasse a nessuno. Oggi sono invece sicuro che il passato è arrivare a capire l’importanza dei piccoli valori. Non serve correre per tutta la vita. E oggi, pur chiudendo una pagina importante della nostra storia, mi sento, forse per la prima volta nella mia vita, ottimista verso il futuro”. Fuor di dubbio, se pensiamo a quanta modernità di pensiero e di azione Moreno sa mettere in campo, dentro alle sue storie di erbe e di vita quotidiana.