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Approvata a Bergamo la norma anti kebab

21/07/2011

Approvata a Bergamo la norma anti kebab
La cosiddetta legge “antikebab” che nel 2009 fu introdotta dalla Regione Lombardia, lasciando ai Comuni la possibilità di porre dei vincoli all'apertura degli esercizi commerciali nei centri storici, è arrivata solo ieri nel Consiglio Comunale di Bergamo ed è passata con i voti favorevoli di Pdl e Lega Nord: nelle vie del centro storico della Città alta non si potranno più aprire né locali o negozi etnici, ristoranti cinesi o macellerie islamiche, né fast food o sexy shop, ma solo esercizi 'nostrani'. Il provvedimento, approvato per la ''salvaguardia del decoro, della sicurezza urbana, della cultura e dell'identità locale'' penalizza però anche gelaterie, rosticcerie, pizzerie, piadinerie perché l'articolo 2 comma 2 "vieta il consumo dei prodotti negli spazi esterni al locale" evitando così che i fast food mettano tavolini o panchine fuori dal locale arrecando disturbo ai residenti.
Alla normativa ha votato contro il centrosinistra, mentre il consigliere comunale dell'Udc si è astenuto. Per la giunta di centrodestra, non si tratta di un provvedimento discriminatorio ma, come dichiarato dall'assessore al Commercio Enrica Foppa Perdetti, di un modo per ''porre dei limiti sui prodotti, in modo da garantire un'offerta differenziata a servizio del cittadino''.
Dure le sanzioni previste: da 516 a 3.098 euro e il potere per l’autorità comunale di sospendere l’attività per un periodo di tre mesi.
Duro anche il commento delle opposizioni: “'Si tratta di una scatola vuota - spiega il capogruppo del Pd Elena Carnevali - poiché sulle attività commerciali rimane attualmente l'impossibilità di poter impedire a qualcuno di aprire un negozio con una determinata merceologia. Il Comune - prosegue - non può fare controlli preventivi, ma eventualmente solo dopo l'apertura”'.
“E' una legge ridicola - commenta il consigliere regionale dei Verdi Marcello Saponaro - che Tar e Corte costituzionale bocceranno presto, e che invece di ampliare i diritti dei consumatori li restringe. Renderà ancora più insicure le nostre città spegnendone le insegne e abbassandone le saracinesche”.
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