Emanuela Audisio di Repubblica ha descritto le Marche così: "sembrano placide, incolori, sembrano nulla. Appena un milione e mezzo di persone, un quartiere di Roma. Una regione che non sta in ginocchio, ma non ci tiene ad alzarsi sulle punte, gioca a nascondersi dietro colline e castelli di sabbia”. Le Marche sono una regione di passaggio, per alcuni, ma per altri è il luogo dove trovare pace e lasciare che il mare prenda il sopravvento: c’è chi è nato vicino alle onde e mai potrà dimenticarne il rumore e chi ne subisce il richiamo atavico.
Il canto delle sirene esiste, eccome. Si trova in benvenuti al mare: “una conchiglia che racchiude anemoni di mare, ricci, plancton, ostriche, in un brodo di vongole che parla dell’eterno scroscio delle onde” racconta Mauro Uliassi, mentre la presenta al tavolo: si è combattuti tra l’impeto di berlo tutto d’un fiato e la nostalgia per il livello che scende; si vorrebbe invocare la magia di un’eterna risacca, incoscienti della cena che è appena iniziata.