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Radicchio d’Oro, la cultura del territorio

30/11/2015

Radicchio d’Oro, la cultura del territorio
L’avvenimento era atteso; dopo 17 anni di successi il premio Radicchio d’Oro, ideato e curato da Egidio Fior insieme al Gruppo dei Ristoratori del Radicchio ha premiato come ogni anno i personaggi che nel 2015 si sono distinti nell’ambito dell’enogastronomia, dello sport e della cultura con una serata di gala presso lo storico Hotel Fior di Castelfranco Veneto.
Protagonista il Radicchio di Treviso, un fiore che si mangia, un alimento che troneggia sulle tavole per i suoi colori e la croccantezza unica, per i suoi valori nutrizionali e l’eccellenza della sua produzione. Un premio ma anche una festa per celebrare un prodotto che negli anni ha conquistato i palati italiani e stranieri. L’Indicazione Geografica Protetta attribuita nel 1996 al Radicchio Rosso di Treviso nelle varietà Tardivo e Precoce e al Variegato di Castelfranco sono il riconoscimento di un’identità territoriale e la garanzia di caratteristiche ben definite, ma è anche il segno distintivo di quell’imprenditorialità veneta che porta alto il vessillo dell’italianità intesa come qualità, rispetto dell’ambiente e della tradizione uniti a tecniche di coltivazione e conservazione all’avanguardia per tecnologia e lungimiranti per sostenibilità.
Entra a pieno titolo in questo contesto la partecipazione del Radicchio di Treviso Igp all’iniziativa legata alla campagna europea “Gusta la Differenza, L’Europa firma i prodotti dei suoi territori”, che vede coinvolti Italia, Spagna e Francia con l’obiettivo di informare consumatori e professionisti del settore sui prodotti Dop e Igp e sui loro vantaggi attraverso la promozione e valorizzazione del territorio. A rappresentare l’Italia oltre al Radicchio di Treviso anche la pesca e la nettarina di Romagna e la pera di Romagna, accanto alla prugna d’Agen, l’asparago di Sables de Landes, il kiwi dell’Adour e la fragola del Perigord per la Francia, e al caco della Ribera del Xùquer per la Spagna.
Un messaggio importante: i “fiori” di Treviso sono un prodotto unico con una produttività di circa 200 mila tonnellate l’anno destinata a crescere per far fronte a una domanda sempre più pressante anche dall’estero, come testimonia Cesare Bellò, consigliere delegato di OPO Veneto, il consorzio che riunisce i produttori ortofrutticoli della regione: “È in costante aumento la richiesta da Danimarca, Svezia, Germania e Olanda dove i ristoratori italiani sono portavoce della qualità italiana anche attraverso l’offerta di radicchio in menu, e siamo attualmente valutando il contatto ricevuto da grossi distributori della Repubblica Ceca. Questo richiederà un incremento della produzione attraverso l’allargamento delle aree coltivabili ma dovrà avvenire in maniera equilibrata per non svalutare il prodotto e mantenere ben saldo il livello qualitativo, in considerazione del fatto che oggi in Italia 1/3 della domanda nel periodo natalizio resta insoddisfatto. Il Radicchio di Treviso risulta essere al terzo posto tra i prodotti più conosciuti in Europa e questo è indicativo della sua peculiarità”.
Una peculiarità e un gradimento che sono frutto dell’impegno degli agricoltori veneti sempre più vocato ai valori di biodiversità. Paolo Manzan, presidente del Consorzio di Tutela e titolare dell’Azienda Agricola Nonno Andrea riassume il significato di questo impegno: “La biodiversità non è una necessità ma un modo di concepire l’agricoltura in un’ottica di sostenibilità che mira a valorizzare il territorio e i suoi prodotti; attraverso la pratica e un’azione di marketing intesa come informazione al consumatore sosteniamo l’agricoltura e l’ambiente”.
Assume così un valore ancora più importante il premio Radicchio d’Oro, cresciuto negli anni grazie ai suoi organizzatori, quale simbolo della crescita e del significato che il made in Italy riscuote in tutto il mondo, dell’impegno e della professionalità dei nostri operatori che così bene sanno interpretare la qualità italiana.

- Radicchio d’Oro alla cultura per Stefano Zucchi
. Radicchio d’Oro per la cultura/informazione a Luca Telese
- Radicchio d’Oro per la cultura/divulgazione scientifica a Livia Azzariti
- Radicchio d’oro per la cultura/spettacolo a Giancarlo Giannini
- Radicchio d’Oro per la ricerca Scientifica a Sergio Pecorelli
- Radicchio d’Oro per lo sport a Luca Toni, Eusebio Di Francesco, Silvi Marangoni
- Radicchio d’Oro per l’enogastronomia a Arrigo Cipriani, Giorgione Barchiesi
- Radicchio d’Oro nell’anno di Expo a Davide Rampello
- Radicchio d’Oro per la sostenibilità e l’innovazione al Settore Ortofrutta di Coop Italia

Marina Caccialanza
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