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Alessandro D’Andrea, presidente di A.D.A.

03/09/2019

Alessandro D’Andrea, presidente di A.D.A.

Chi non ricorda con ammirazione ed
un pizzico di romanticismo il direttore dell'albergo ove si svolge buona parte
della storia di Pretty Woman interpretato mirabilmente da Hector
Helizondo?  Nell'immaginario collettivo
il perfetto direttore d'albergo è lui.

Be', non è proprio così,
naturalmente, ma, senz'altro è una professione importante, intrigante di grande
responsabilità. I direttori sono riuniti nell'associazione A.D.A., il suo
presidente è Alessandro D'Andrea che ha risposto alle nostre domande descrivendoci
com'è veramente questo mestiere.

Che cos'è e cosa rappresenta
A.D.A.?

“ADA è l’associazione
professionale dei Direttori d’Albergo e ha lo scopo, in particolare, di
valorizzare il patrimonio culturale di settore, i valori della tradizione
alberghiera, l’aggiornamento professionale, il progresso culturale, scientifico
e tecnologico della professione del Direttore d’Albergo”.

Come definire la professione e
come è cambiata negli anni?

“La professione del Direttore
d’albergo è una missione che richiede impegno, dedizione e sacrificio,
oltre che tanta passione; ha come obiettivo la gestione di una casa,
operativa 24 ore al giorno per 365 giorni, dove chiunque deve poter trascorrere
un periodo di tempo più o meno lungo in modo confortevole e senza subire disagi,
sia che soggiorni per motivi personali o professionali, sia per scelta che per
obbligo. A differenza di un tempo, quando il Direttore era il padrone di
casa
e si occupava quasi esclusivamente del benessere degli ospiti, oggi è
più che altro un manager che deve, in primis, far funzionare l’azienda e, di
conseguenza, garantire agli ospiti un soggiorno gradevole”.

Quale percorso scolastico
prepara a questa professione e/o quali esperienze sono più qualificanti per la
carriera?

“Ad oggi non vi è un percorso
scolastico o d’istruzione specifico che possa preparare a questa professione,
tante e svariate sono le competenze che sono richieste a un Direttore
d’albergo. E’ opportuno fare un percorso operativo nei diversi reparti o
divisioni dell’albergo per poi essere in grado di gestirne i vari responsabili
e conoscere le diverse tipologie di business che caratterizzano un albergo, a
seconda della sua ubicazione, dei mercati di riferimento, dei servizi specifici
offerti”.

Quali strutture richiedono
questa professionalità e quali mansioni richiedono in particolare?

“In generale tutte le strutture
alberghiere da tre stelle in su, con almeno 30 camere, richiedono la presenza
di un direttore, in particolare per le diverse attività che si svolgono
all’interno della struttura che richiedono appunto una conoscenza e
un’esperienza specifica. Il direttore deve saper curare l’ospite e soddisfarne
le richieste; deve sapere mantenere la struttura (ordine, pulizia,
manutenzione, efficienza); deve saper gestire e motivare i collaboratori; deve
riuscire a far quadrare i conti”.

Chi sceglie questa professione?
Lei perché l'ha scelta?

“E’ una professione cui si arriva
al culmine di un intenso percorso nei diversi ambiti professionali che
riguardano l’albergo. Io l’ho scelta perché ho sempre ammirato la capacità dei direttori,
con cui ho avuto la fortuna di lavorare, di trovare sempre una soluzione a
qualunque problematica insorgesse; questa capacità di saper decidere cosa e
come fosse più giusto fare in ogni ambito: umano, tecnico, strategico,
economico, amministrativo, mi riempiva di soddisfazione per loro; vedere come
un ospite potesse vivere serenamente dentro la nostra casa grazie al
lavoro svolto di giorno in giorno dal direttore”.

Quali opportunità in Italia,
quali all'estero e qual è il relativo livello di compenso?

“In Italia si stanno affacciando
sempre di più le grandi e prestigiose catene alberghiere che gestiscono
strutture molto articolate e complesse che, quindi, necessitano di direttori;
anche se, parallelamente, e questo sta accadendo anche all’estero, tendono a
individuare figure anche meno esperte cui vengono affidate più strutture,
quindi con poco tempo “di qualità” da dedicare, basta che seguano le
indicazioni degli headquarters. Ma non essendo sul campo, costoro, non hanno la
reale percezione della quotidianità che solo un direttore presente può avere”.

Reperire personale, magari
qualificato è facile, difficile? Gli orari di un lavoro nell'accoglienza
spaventano?

Reperire personale è sempre più complesso; per le
competenze che vengono richieste, che sono molteplici e molto specifiche, e per
il sacrificio che richiede lavorare in Hotel; non ci sono orari, festività,
possibilità di organizzare liberamente la propria vita privata, il tutto a
fronte di una retribuzione di settore effettivamente molto bassa”.

Il ruolo storicamente è
maschile, è cambiato nel tempo, ragazze e ragazzi possono immaginare
d'accedervi con pari opportunità?

“All’interno dell’albergo vi sono
delle mansioni che sono storicamente demandate a un determinato genere,
ma, al giorno d’oggi, le cose sono cambiate. In molti ruoli si trovano
indistintamente uomini o donne, senza che questo faccia la differenza, sia
all’interno dell’ambito lavorativo che verso gli ospiti. Vi sono molte donne
che ultimamente si sono avvicinate a questa professione e nel comparto non si
denota differenza alcuna”.

L'Associazione è importante?
Quali obiettivi si pone?

“L’A.D.A. sta lavorando
intensamente per il riconoscimento della professione del direttore d’albergo,
che, a oggi, è una figura non regolamentata, sia per le competenze richieste
che per le responsabilità, per garantire standard omogenei nella gestione delle
strutture e di conseguenza per la soddisfazione degli ospiti”.

Fare parte di Solidus è un
valore aggiunto? Perché?

“Personalmente ritengo che fare
rete sia sempre un valore aggiunto per la possibilità di avere un confronto
costante con i colleghi, sia sotto il profilo tecnico-professionale sia sotto
l'aspetto strategico. Solidus, in particolare, raggruppa le associazioni di
(quasi) tutte le professioni che si svolgono in un albergo e, nel nostro caso,
che dobbiamo coordinare tutte queste attività, tramite i vari capi reparto, è
fondamentale confrontarsi all’interno di uno stesso gruppo con i differenti
ruoli di cui sopra, oltre alle interessanti iniziative organizzate dalla
Federazione, sia a livello formativo che istituzionale, che offrono un plus
molto importante anche alla nostra associazione”.

Aldo Palaoro

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