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Anche le leggi sul cibo potrebbero avere una scadenza

10/11/2011

Anche le leggi sul cibo potrebbero avere una scadenza
Il problema non è ancora arrivato in Italia ma si spera sia questione di poco. Le date di scadenza sui cibi confezionati non è mai stato oggetto di tanta attenzione quanto in questi ultimi periodi di vacche magre. Pare siano milioni le tonnellate di cibo gettato nelle discariche perché la data riportata in etichetta è “preferibilmente” scaduta, quando, a detta di molti nutrizionisti ed esperti, il prodotto sarebbe ancora commestibile. Allora perché gettarlo? E’ giusto perseguire questi sprechi quando ancora c’è gente che muore di fame o, per stare più vicino a noi, i soldi per acquistare di che vivere scarseggiano in sempre più famiglie? Con coraggio il Regno Unito è stato  il primo paese  in Europa a decretare un cambiamento che farà  discutere i puritani del cibo, ma fa chiarezza e porta buon senso a una normativa  figlia di un periodo in cui lo sperpero non feriva le coscienze come oggi e la sensibilità al portafogli non era così sentita come in questi tempi di crisi. Gli inglesi hanno fatto una scelta salomonica: i cibi vanno consumati “entro il” punto e basta. Non esistono altre interpretazioni o date su cui equivocare. In Italia questa  normativa provoca  tutti i giorni sprechi incalcolabili e costi a famiglie e aziende spaventosi. Questa  legge ottusa vieta la vendita del  cibo  il giorno dopo la data fatidica “ da consumarsi preferibilmente entro il “. Quando l’Italia si preoccuperà di fare come la Gran Bretagna? Ma il nostro è un altro paese, non dimentichiamolo, da noi i ristoranti sono sempre pieni.

Roberto Martinelli
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