La Fondazione Agrifood & Bioeconomy è titolare del marchio? Quando è nato?
“Esatto, il marchio risale al 2020, nel periodo in cui tutte le aziende invocavano aiuto. Il primo marchio che nacque era Io compro Friuli Venezia Giulia ma subito dopo pensammo che le aziende in quel caso non avevano un ruolo attivo. Perciò trasformammo il marchio in Io sono Friuli Venezia Giulia. In tal modo si poteva contraddistinguere meglio le aziende. Un marchio nato per le aziende alimentari che poi è diventato un marchio collettivo depositato a livello europeo. Le aziende che oggi hanno il marchio sono: aziende produttrici, ristoranti che utilizzano il prodotto, distributori che lo commercializzano. Il marchio è declinato in due modi: marchio azienda che coinvolge le imprese citate; un altro marchio, di colore blu, dato in uso ad aziende produttrici che abbiano una percentuale di materia prima del Friuli variabile in funzione di quanto se ne produce. Per fare un esempio: il vino deve avere il 100% di uve della regione; i formaggi il 100% di latte della regione; la gubana, invece, composta da diversi ingredienti, deve avere almeno il 50% di questi derivanti dal territorio regionale”.
Quante aziende hanno aderito ad oggi all’iniziativa?
“Circa 400 aziende produttrici con oltre 800 prodotti marchiati e altrettante aziende utilizzatrici, tra ristoranti, trasformatori di prodotto e distributori che hanno il marchio azienda. In tutto oltre 800 aziende in totale”.
Sul piano della comunicazione e dei risultati finali qual è il livello di penetrazione sul mercato del marchio Io sono Friuli Venezia Giulia?
“Abbiamo fatto una prima indagine che rileva una buona conoscenza del marchio, l’apprezzamento sul progetto perché il consumatore ha capito di cosa si tratta. Per avere il marchio bisogna sottoscrivere un codice morale e di comportamento, oltre a porsi obiettivi di sostenibilità economica, sociale e ambientale. Regole comunicate al mercato che sa che si tratta di aziende friulane che pagano le tasse in regione, che stanno evolvendo per migliorare la loro presenza nella società e questo è davvero molto apprezzato. Rimane ancora, evidentemente, un percorso di misurazione oggettiva dei passi avanti che fanno le aziende ma questo è il prosieguo del progetto per i prossimi anni. Le aziende sono molto contente perché si stanno rendendo conto delle ricadute positive”.
Ha un costo questo marchio?
“Per il momento no, per le aziende costo zero. La promozione è stata sostenuta interamente dalla Regione. Questo vada bene ma nel momento in cui il marchio diventa un valore importante per le aziende, è un’idea mia, credo che debbano sostenerlo anche con una quota parte sugli investimenti promozionali”.