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Io sono Friuli Venezia Giulia

01/05/2023

Io sono Friuli Venezia Giulia

www.iosonofvg.it

Foto: Fabrice Gallina e Ulderica Da Pozzo

 

Sostenibilità delle imprese regionali e origine delle produzioni agroalimentare; questi sono, in estrema sintesi, gli obiettivi che si propone il marchio Io sono Friuli Venezia Giulia. Un’iniziativa partita nel 2020, l’anno in cui il mondo si era fermato ma le idee buone hanno avuto tutto il tempo per essere pensate e realizzate. E questa è una di quelle idee buone di cui parliamo con Claudio Filipuzzi. Lui ama definirsi contadino ma, oltre ad essere questo, è una delle menti più brillanti che il Friuli Venezia Giulia può vantare nell’ambito della promozione territoriale.

Claudio FilipuzziClaudio Filipuzzi

Claudio, come e quando è nata l’idea di un marchio che comunica in modo così chiaro cosa significa essere parte attiva di un territorio?

“Occorre fare un minimo di cronistoria per capire come siamo arrivati qui. Noi nasciamo pochi anni fa come Parco Agroalimentare di San Daniele, era un’agenzia di sviluppo dei distretti agroindustriali. Nel 2015 andai dall’allora assessore e dissi che una struttura come quella, in un’area così piccola come San Daniele (sette comuni, 25.000 abitanti), non aveva senso di esistere. O lo chiudi o lo fai diventare qualcos’altro. La scelta cadde su questa seconda ipotesi, trasformando il Parco Agroalimentare in un cluster con una compagine sociale che aveva la camera di Commercio e altre aziende private, ma anche questo non riusciva ad avere la forza dell’inclusività. Ritornai sul tema e nacque una Fondazione partecipata dalla Regione ma in mano ai privati; nel 2020 si diede vita alla Fondazione Agrifood & Bioeconomy, con Regione e tutti gli istituti di credito, università, scuole di formazione, enti pubblici, fondazioni, associazioni di categoria e aziende. Il compito della Fondazione era ed è quello dello sviluppo dell’agroalimentare e della bioeconomia del Friuli Venezia Giulia”.

La Fondazione Agrifood & Bioeconomy è titolare del marchio? Quando è nato?

“Esatto, il marchio risale al 2020, nel periodo in cui tutte le aziende invocavano aiuto. Il primo marchio che nacque era Io compro Friuli Venezia Giulia ma subito dopo pensammo che le aziende in quel caso non avevano un ruolo attivo. Perciò trasformammo il marchio in Io sono Friuli Venezia Giulia. In tal modo si poteva contraddistinguere meglio le aziende. Un marchio nato per le aziende alimentari che poi è diventato un marchio collettivo depositato a livello europeo. Le aziende che oggi hanno il marchio sono: aziende produttrici, ristoranti che utilizzano il prodotto, distributori che lo commercializzano. Il marchio è declinato in due modi: marchio azienda che coinvolge le imprese citate; un altro marchio, di colore blu, dato in uso ad aziende produttrici che abbiano una percentuale di materia prima del Friuli variabile in funzione di quanto se ne produce. Per fare un esempio: il vino deve avere il 100% di uve della regione; i formaggi il 100% di latte della regione; la gubana, invece, composta da diversi ingredienti, deve avere almeno il 50% di questi derivanti dal territorio regionale”.

Quante aziende hanno aderito ad oggi all’iniziativa?
“Circa 400 aziende produttrici con oltre 800 prodotti marchiati e altrettante aziende utilizzatrici, tra ristoranti, trasformatori di prodotto e distributori che hanno il marchio azienda. In tutto oltre 800 aziende in totale”.

 

Sul piano della comunicazione e dei risultati finali qual è il livello di penetrazione sul mercato del marchio Io sono Friuli Venezia Giulia?

“Abbiamo fatto una prima indagine che rileva una buona conoscenza del marchio, l’apprezzamento sul progetto perché il consumatore ha capito di cosa si tratta. Per avere il marchio bisogna sottoscrivere un codice morale e di comportamento, oltre a porsi obiettivi di sostenibilità economica, sociale e ambientale. Regole comunicate al mercato che sa che si tratta di aziende friulane che pagano le tasse in regione, che stanno evolvendo per migliorare la loro presenza nella società e questo è davvero molto apprezzato. Rimane ancora, evidentemente, un percorso di misurazione oggettiva dei passi avanti che fanno le aziende ma questo è il prosieguo del progetto per i prossimi anni. Le aziende sono molto contente perché si stanno rendendo conto delle ricadute positive”.

 

Ha un costo questo marchio?
“Per il momento no, per le aziende costo zero. La promozione è stata sostenuta interamente dalla Regione. Questo vada bene ma nel momento in cui il marchio diventa un valore importante per le aziende, è un’idea mia, credo che debbano sostenerlo anche con una quota parte sugli investimenti promozionali”.

Quanto tempo occorre a un’azienda per accedere all’utilizzo del marchio?

“L’iter è molto semplice. Per avere il marchio azienda ci vuole un mese di tempo. Abbiamo deciso che la domanda va fatta online; una volta ricevuta, ci sono alcune verifiche fatte dal comitato tecnico costituito da funzionari pubblici che, avendo la possibilità di accedere a determinate banche dati, sono in grado di dirci se le dichiarazioni dell’azienda sono veritiere oppure no. Ogni mese si riunisce il comitato per deliberare ma, in ogni caso, facciamo poi una visita alle aziende per verificare quelli che sono le dichiarazioni relative alle problematiche relative alla sostenibilità”.

 

L’adesione online viene sollecitata o avviene perché il marchio è già conosciuto?

“Finora non abbiamo mai sollecitato, l’azienda si avvicina perché il marchio è conosciuto. Abbiamo cercato di mettere in piedi un sistema non invasivo per le aziende. Un sistema di stampo anglosassone, ovvero tu mi dici quello che fai, io ti credo, se però non è vero ti faccio un c… Abbiamo anche creato una diversa forma di valore per le aziende: le mettiamo in contatto per scambi di informazioni e di natura commerciale”.

 

Come vi ponete di fronte ad altre iniziative di promozione territoriale?
“Il marchio Io sono Friuli Venezia Giulia sta diventando anche un claim voluto dalla Regione anche per altre attività, quali il turismo. Infatti la promozione del marchio è in carico a PromoturismoFVG, con cui noi concordiamo un programma. In questo modo emerge l’affidabilità complessiva di questa regione, dei suoi abitanti, delle sue aziende. E non c’è nessuna conflittualità con altre situazioni. Io sono Friuli Venezia Giulia vuole affiancare altri marchi senza sostituire nulla e nessuno”.  

a cura di

Luigi Franchi

La passione per la ristorazione è avvenuta facendo il fotografo nei primi anni ’90. Lì conobbe ed ebbe la stima di Gino Veronelli, Franco Colombani e Antonio Santini. Quella stima lo ha accompagnato nel percorso per diventare giornalista e direttore di sala&cucina, magazine di accoglienza e ristorazione.
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