Dopo la frutta e la verdura della mascotte di
Expo 2015, arriva
il fiore del Padiglione Italia. La caccia al simbolo perfetto che si imprima nella memoria continua e questa volta tocca a noi italiani, unici a occupare una struttura permanente tra gli spazi dei 141 paesi partecipanti all’Esposizione Universale.
Il logo rappresenta un germoglio stilizzato dipinto con i colori della bandiera italiana ed è stato creato dalla agenzia di comunicazione Carmi & Ubertis.
Marco Balich, direttore artistico del Padiglione Italia, ne evidenzia “la metafora di uno spazio protetto che aiuta i progetti e i talenti a germogliare”. Il
Commissario Generale Diana Bacco vi individua “la freschezza della nostra nuova immagine, l’idea che il futuro si debba costruire con il contributo di tutti, che ognuno debba offrire il meglio di sé nell’interesse comune”. Alla presentazione ufficiale a Roma ne è stata mostrata la dinamicità
(vedere QUI il video su Youtube), con il logo che si scompone per poi riunirsi, come le energie che all'interno dell'edificio dovranno “incontrarsi e moltiplicarsi”, aggiunge la Bracco.
Sarà. Non sta a noi giudicare l’estetica o il messaggio sociale, antropologico e sistemico che dovrebbe uscire prepotentemente da questi cerchi multicolor, anzi ci auguriamo che i fatti empirici diano ragione a quelli simbolici. Perché logo o non logo, slogan o non sloga - in questo caso sarà
"Orgoglio Italia" - ,
quei 25 milioni di euro investiti solo per la costruzione del Padiglione Italia dovranno dare i loro frutti. Reali però.
Alessandra Locatelli