Curiosa coincidenza che il varo dell'edizione italiana del fortunato reality
Hell's Kitchen cada pochi giorni dopo che il Gordon Ramsay nostrano,
Carlo Cracco, sia stato da più parti condannato proprio all'inferno per aver osato accettare di esser testimonial di una patatina.
Le puntate sono registrate da tempo, pertanto non assisteremo a battute del tipo “Tu quoque Cracco”, e non siamo certo noi a
giudicare una scelta commerciale; certo, però, questo cortocircuito di esperienze che riguarda da qualche tempo il cuoco italiano attualmente più in vista, insegnerà maggiore prudenza in particolare verso i telespettatori più giovani che di patatine ne vanno ghiotti. Insomma, non c'è nulla di male nel provocare un po' con le patatine, ma, oggi, Cracco, più di prima, ha una grande responsabilità nella comunicazione di ciò che possiamo definire educazione alimentare di massa; ma sappiamo che è una persona intelligente, dunque, saprà gestire bene queste informazioni apparentemente contrastanti e passare oltre. Noi, intanto, Cracco lo apprezziamo e non lo mandiamo all'inferno,
luogo dove da giovedì 17 aprile su Sky lo vedremo, invece, mandarci tanti malcapitati concorrenti che subiranno le ire televisive del cuoco vicentino ed anche qui, non possiamo non notare un'altra coincidenza, perché nella mitologia il gatto, molto apprezzato da quelle parti, è associato proprio al diavolo. Insomma, c'è da preoccuparsi, forse che quell'intrigante sguardo, incorniciato da un'affascinante ma demoniaca barbetta, celi l'occhio infuocato di Belzebù in persona? Tra il bruciar padelle e il bruciar cristiani il passo è breve, mi raccomando, però, a tirar piatti, perché son di Villeroy & Boch. Certamente se non è il diavolo, Carlo Cracco ha sicuramente fatto un patto con lui, visto che tutto quello che tocca ultimamente si trasforma in oro. Succederà anche in ottica Expo2015? C'è da augurarselo, magari che sia tra i protagonisti, allora non potremmo sperare che continui così e ci faccia fare una bella “fucking hell” figura.
Aldo Palaoro