Le ragazze e i ragazzi di sala di Alice
“Non ho mai amato i ranghi, fanno parte di un servizio antico. In sala mi piace il movimento, adoro vedere l’ospite a suo agio, consapevole che a lui è dedicata ogni attenzione ma senza invaderne i tempi, l’intimità che si crea al suo tavolo. Ai miei ragazzi cerco di far capire l’azione fondamentale per la riuscita di un ottimo servizio: avere gli occhi che vanno ovunque! Dico loro: guardatevi, cercatevi, avete il dovere di osservare la cucina, di capirne i tempi, di conoscere il menu e gli ingredienti. Esaudire la propria curiosità significa soddisfare quella del cliente”.
Per Sandra questo significa molte cose, a partire dall’accoglienza, quando ai commensali viene consegnato il menu aperto sulla prima pagina, quella che racconta la storia di Alice dove campeggia una frase iconica, firmata da una sigla S.C. di facile intuizione: fermarsi ancora un attimo ad assaporare la convivialità è un gesto che cambia il modo di pensare.
Poi la trasparenza: “Sui prezzi. Non credo più ai menu senza prezzi per la donna, è un gesto arcaico e irrispettoso. Ogni nostro menu riporta, anche sul sito, tutti i prezzi in maniera trasparente. Inoltre abbiamo introdotto una carta per il dopocena, per chi vuole prolungare la conversazione. E, credetemi, attraversare le corsie di Eataly, a negozio chiuso dopo la mezzanotte, per uscire è da sola un’esperienza” confida Sandra.
Questa frase evoca inevitabilmente i silenzi notturni che precedono le aperture dei mercati, dove Sandra è cresciuta, fin dai suoi 14 anni quando andava a vendere l’ortofrutta con suo zio e poi al mercato ittico, unica donna a gestire un banco: “Nasce da quelle esperienze il piacere assoluto che provo a stare a contatto con le persone, ingrediente fondamentale per affrontare questa professione di sala”.
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La domanda, al termine di questa conversazione, diventa quasi obbligata: come sceglie le persone per il servizio di sala?
“Sulla base di quanto hanno voglia di imparare. Sono tantissimi i ragazzi che si presentano per lavorare in cucina. Meno, molti meno quelli che cercano lavoro in sala. In entrambi i casi, perfettamente in sintonia con Viviana, prediligiamo ragazzi da istruire. Basta poco per capire chi ha voglia di imparare: questo è un mestiere selettivo, in tre giorni lo vedi subito chi resta e chi va”.
E di ragazzi che hanno voglia di imparare ne sono passati in questi anni nella sala di Alice, fermandosi qui: “A tutti dico: benvenuto in casa Alice. A chi resta, ne sono convinta, quando se ne andrà sarà un maître perfetto!”
Luigi Franchi
Alice Ristorante
c/o Eataly Smeraldo
Piazza 25 Aprile, 10
20121 Milano
Tel. 02 49497340
www.aliceristorante.it